“Aveva già tutto chiaro: trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere. Ecco perché Berlusconi attacca la scuola statale” *

Ricevo da Daniela questa mail che mi pare giusto pubblicare, rispondendo pubblicamente, perché riassume lo sdegno e la rabbia provocate dalle parole “male interpretate” di Berlusconi sulla scuola pubblica:

Caro Giuseppe, ti scrivo per comunicarti la mia indignazione sulle ultime vergognose declamazioni del premier riguardo alla  scuola pubblica definita “diseducativa”  da chi certo non può dare lezione di moralità e di educazione familiare. Negando la possibilità dell’adozione per le  coppie omosessuali, “il Mussolini redivivo tuona”: “la Famiglia educa i giovani ma la  Scuola pubblica non inculca ai ragazzi i valori della Famiglia”. Io mi chiedo : ma in quale repubblica delle banane viviamo! Siamo veramente un gregge disorientato che non reagisce di fronte agli insulti e alle menzogne di un impostore egocentrico che con il suo esempio, veicola il messaggio che La legge è uguale per tutti gli altri tranne che per Lui? Cos’è la sua , una difesa delle lobby private  contro il diritto all’Istruzione? Forse teme , il nostro caro premier , la portata e il valore della cultura , fatta dalle idee che, come gli atleti , quando volano, non le puoi più fermare! Vada a studiare, il premier: forse capirà che la prima educazione al rispetto della famiglia  si apprende sui libri di educazione alla cittadinanza, di tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado! Dopo aver appreso lezione, comprenderà forse che l’unico cattivo esempio che la Scuola pubblica può dare ai ragazzi è quello di consentire che sui libri di educazione alla cittadinanza , ci sia ancora la fotografia di Silvio Berlusconi, come rappresentate di un Italia che certamente non “rappresenta”!  Ti chiedo a gran voce , in qualità di Deputato della Repubblica Italiana, non credi sia doveroso pretendere un chiarimento in Parlamento, da parte del nostro caro Primo Ministro?

Cara Daniela, ce lo vedi questo Parlamento a discutere seriamente e a chiedere conto e ragione delle gravi, ma sempre più abituali, affermazioni del premier? La sua maggioranza è troppo impegnata ad acquisire voti, a votare quindi fiducie su tutto, a sollevare il conflitto di competenze su Ruby pur di impedire che Berlusconi sia, come gli altri, uguale di fronte alla legge, addirittura a stravolgere tutti i processi pur di impedire il “Suo”. Ma una maggioranza è una maggioranza e si batte vincendo le elezioni, senza dividersi inutilmente nel momento del pericolo, al quale somiglia sempre di più il nostro.

La risposta sulla scuola l’ho presa a prestito dal commento letto sulla rete che ho voluto mettere come titolo perché, in poche parole, dice tutto. E’ per continuare a far sì che i sudditi diventino cittadini che abbiamo un disperato bisogno della scuola pubblica. In questo, forse, Berlusconi ha avuto pure ragione quando ha detto che la scuola insegna valori diversi da quelli della famiglia. Se la famiglia è quella che, vedendola sempre, lascia i ragazzi davanti alla TV di Emilio Fede, del Grande Fratello, degli Amici e dei Tronisti, meno male che c’è un luogo che trasmette valori diversi. Se poi sono quelli della Costituzione è chiaro che l’affronto al “Suo” stile di vita risulta insopportabile. Meno male che grazie alla fatica, all’intelligenza e alla passione degli insegnanti c’è ancora una scuola che prova a dire ai nostri ragazzi che Denaro, Potere e Donne da esibire non sono tutto. Meno male che c’è ancora una scuola pubblica che insegna a essere liberi. Poi, liberamente, chi lo vorrà, potrà piazzarsi davanti Rete 4.

Credo comunque che con questo Governo delle “libertà” che cerca di ammazzare le libertà più basilari sia indispensabile farsi sentire in Parlamento e, ancor più, nella società e nelle piazze, come ci hanno insegnato le donne con le splendide manifestazioni del 13 febbraio a difesa della loro dignità e della dignità di tutti quanti. Il I° marzo il PD terrà un sit-in davanti Palazzo Chigi. E una grande mobilitazione popolare il 12 marzo, unitamente alla manifestazione per la Costituzione. Senza scuola pubblica non avremmo neppure la Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ecco perché ad alcuni la scuola pubblica non piace proprio…

Mi sembra utile riportare quanto detto immediatamente dal Partito Democratico

 

Pierluigi Bersani, Segretario del Partito Democratico: L’attacco di ieri del Presidente del Consiglio, presente il Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini, ai valori (sbagliati) che la scuola pubblica trasmetterebbe ai ragazzi è inaccettabile e ridicolo. Proprio in tema di valori i maestri e gli insegnanti che fanno un lavoro difficile e malpagato hanno veramente poco da imparare da Silvio Berlusconi. Lo spettacolo di un capo di Governo che attacca sul terreno morale gli insegnanti della scuola pubblica è l’ennesima, imbarazzante novità che l’Italia offre al mondo. E il presidente del Consiglio dovrebbe ricordarsi che il lavoro che gli italiani si attendono da lui è quello di far funzionare la scuola, che tra l’altro è il principale motore di una società più giusta e dinamica, e non quello di demolirne la legittimità. La scuola pubblica è nel cuore degli italiani, da Berlusconi arriva uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica è il luogo in cui l’Italia costruirà il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica e non permetteremo che Berlusconi la distrugga.

Rosy Bindi, Presidente dell’Assemblea nazionale del PD: Alla scuola pubblica, dai primi gradi fino alle superiori passando poi all’Università, il governo Berlusconi ha presentato il conto più salato in termini di risorse mancate, dignità negata agli insegnati, impoverimento dei percorsi formativi. Lo sanno milioni di famiglie e di studenti che ogni giorno misurano l’abbandono in cui versa uno dei settori strategici per il futuro del Paese e che resiste al collasso solo grazie alla passione e al lavoro quotidiano di tutti i suoi docenti. E chi conclude gli incontri politici inneggiando alle sue indicibili abitudini notturne non è degno di pronunciare la parola famiglia. Liberta d’insegnamento? Berlusconi conosce solo il significato della parola arbitrio, come dimostra la sua costante insofferenza per la legge che cerca sempre di aggirare o di piegare a tutelare i suoi interessi.

Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria nazionale del PD: a Berlusconi, amico di dittatori e rais, e ballerino di bunga bunga, dà fastidio la scuola pubblica, perché è scandalizzato dalla cosa più pericolosa che la scuola produce: il pensiero. Per il massacratore Gheddafi, intimo amico del nostro premier, al quale ha dedicato un mega poster di sette piani in una via centralissima di Tripoli, chi pensa è un nemico pericoloso. Lo è per l’ex agente Kgb Putin che non sopporta critiche di sorta. Dopo essersi impossessato del 90% dei mezzi di informazione, dopo aver delegittimato la magistratura, ora Berlusconi punta a distruggere il luogo dove si formano le coscienze civili, dove le menti imparano a essere libere di ragionare e di criticare. L’obiettivo del premier è quello di dirottare fondi verso istituti elitari, per famiglie ricche, scuole facilmente controllabili perché economicamente ricattabili: l’idea di qualsiasi regime autoritario che anziché prendere il potere con le armi, lo afferra occupando le istituzioni. Ecco perché infanga gli insegnanti e taglia risorse e personale alle scuole dello Stato. L’art. 33 della nostra Costituzione – contro la quale si rivolta sempre Berlusconi – già garantisce la libertà di scelta educativa, senza oneri per lo stato; la scuola pubblica non inculca, bensì educa alla libertà e al multiculturalismo. Anzi, la scuola pubblica statale è l’Istituzione democratica fondamentale per garantire la libertà nel nostro Paese. Per questo, Silvio Berlusconi – l’amico di Gheddafi – ha deciso di distruggerla.

Dire che i professori sono ideologizzati e non insegnano ciò che dovrebbero –come ha fatto pubblicamente il Premier, aggiungendo che “inculcano principi diversi da quelli delle famiglie” – è un’offesa clamorosa allo sforzo degli insegnati. I quali tra l’altro sono spesso costretti a far funzionare la scuola con risorse tagliate ogni anno di più dal governo di destra. Ma significa anche dire alla Lega che potrà cambiare le lezioni di storia per insegnare che la Padania è una nazione. Significa dire ai più abbienti che i loro figli potranno studiare nelle migliori scuole private e che i figli del portiere, dell’artigiano o dell’operaio non avranno la possibilità di essere concorrenti agguerriti. Significa dire ai cittadini che la libertà di pensiero, che si insegna nella scuola, non sarà un fenomeno di massa. Non solo. Significa dire che le strutture scolastiche gestite privati e dai religiosi soprattutto saranno privilegiate e sostenute. Dopo la salvaguardia delle scuole, degli ospedali e degli alberghi gestiti dai religiosi, con la prossima tassa locale Imu prevista nel decreto di attuazione del federalismo (che invece per artigiani e commercianti si tradurrà in una patrimoniale secca e pesante) e dopo l’assoluto appiattimento sulle posizioni più oltranziste che riguardano i temi etici, è arrivata la vera proposta sulla scuola.

“Chi fa bunga bunga non può parlare di scuola pubblica”.

Intervista a Dario Franceschini di Giovanna Casadio – La Repubblica, 28 febbraio

E il Pd chiama alla piazza gli insegnanti: siete diventati movimentisti, onorevole Franceschini?

«Una parte determinante e centrale del nostro lavoro è in Parlamento e nelle istituzioni. Ma ci sono momenti in cui la coscienza civile di un paese si sveglia ed è una prova di vitalità e di democrazia mostrare indignazione».

Dopo le donne il13 febbraio, ora l`onda della scuola?

«Le belle piazze italiane del 13 febbraio erano stracolme di donne e di uomini senza bandiere o simboli di partito. E ora potrebbero riempirsi di italiane e di italiani che difendono la scuola pubblica e il ruolo degli insegnanti».

In piazza quindi il 12 marzo, dal momento che gli organizzatori della manifestazione per la Costituzione hanno accolto e rilanciato la sua proposta?

«Grande cosa, sarà un`occasione di protesta pacifica e di indignazione civile».

Berlusconi ha poi rettificato.

«Patetico che dica di essere stato travisato. Le parole del premier scoprono il deserto culturale e la devastazione dei valori di cui è interprete e protagonista. Di fronte alle scuole che cadono a pezzi, alle classi sovraffollate, agli insegnanti con stipendi da fame, anziché impegnare la politica in un grande investimento sulla scuola, l`università, la ricerca, la cultura cioè sull`unica vera risorsa che abbiamo per rendere l`Italia competitiva nel mondo globale, valorizzando i talenti dei ragazzi italiani, il capo del governo, dopo i tagli, demolisce il ruolo degli educatori dei nostri figli».

Ma i mali della scuola italiana non sono di oggi.

«C`è molto da fare. Il berlusconismo però ha dato il colpo di grazia; ha rovesciato la gerarchia dei valori che ha fatto forte l`Italia e l`ha sostituita con il mito che vale solo chi raggiunge la ricchezza e la notorietà con ogni mezzo. Un modello televisivo che spiega tante cose. Va ricordato che nelle nostre università negli ultimi quattro anni le immatricolazioni sono calate del 14%; che il numero di laureati figli di non-laureati è sceso al 10% mentre in Francia e in Inghilterra è tra il 35-40%. I giovani sono le vittime di un messaggio del tipo “cosa conta studiare, quando ci sono mezzi più facili e semplici per fare strada”. Nella scuola bisogna investire sul futuro: io penso a scuole aperte il pomeriggio, a borse di studio ai più bravi, a un Erasmus interno, cioè a uno scambio per mandare giovani del sud a studiare al nord e giovani del nord a studiare al sud».

Secondo lei per gli insegnanti è tempo di riscossa?

«La figura dell`insegnante è la metafora della devastazione dei valori compiuta dal berlusconismo: per decenni il maestro era rispettato nella sua comunità, ci si toglieva il cappello per strada. In questo mondo rovesciato, l`insegnante non lo è perché guadagna poco. E solo se sei ricco conti qualcosa. Dopo la fine di Berlusconi, che sia tra un giorno o tra un anno, troveremo macerie non solo legislative ed economiche ma di valori. Il nostro compito più difficile – prendo in prestito Guccini – sarà proprio costruire su macerie».

* – Barbara Calamandrei – da un commento preso dalla rete

1 comment to “Aveva già tutto chiaro: trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere. Ecco perché Berlusconi attacca la scuola statale” *

  • FRANCESCO BUFFA DESIGNER

    RISERVATO AGLI INSEGNANTI PUBBLICI PER EVITARE QUALSIASI DIFFUSIONE DEL COMUNISMO – COSA INSEGNARE A SCUOLA:
    (lettura consigliata alla famosa associazione delle mamme)
    PRIMA PUNTATA
    • Il premier ha sempre ragione specialmente se si chiama Berlusconi
    • Fra le frasi famose del premier ricordate la più intelligente: “nessuno può governare meglio di me!”
    • La legge è uguale per tutti tranne per il premier
    • Il premier non si processa perché ha cose più importanti da fare e in ogni caso è sempre innocente, se poi si abbassa fino al punto di giurare sulla sua famiglia – basta così! …. In ogni caso non si perseguono bazzecole di quindici anni fa! …
    • Se il premier paga una escort è soltanto per non farla prostituire!
    • Se il premier telefona in questura è soltanto per evitare una controversia diplomatica – Ruby è notoriamente la nipote di Mubarak, buona fede confermata – pur di non contraddire all’intera maggioranza!
    • Se il presidente Mubarak e la stampa egiziana sono indignati – sono semplicemente irriconoscenti (forse potrebbero essere addirittura comunisti?)
    • Definizione alternative dei giudici: “giudici associazione per delinquere” …. “giudici Talebani” ….. “giudici disturbati mentali” …. “PM eversivi” … “toghe eversive” ….
    • Ai dittatori bisogna sempre baciare le mani, specialmente se sono stati invitati a fare lezione di Corano
    • Per capire il bunga bunga seguite le televisioni e leggete i giornali di famiglia del premier, tutti gli altri vi imbrogliano
    Per essere sempre aggiornati seguite sempre la televisione e leggete i giornali perché ogni giorno ne spara una nuova, negli ultimi tempi anche due!
    Un consiglio: – è doveroso iniziare la giornata in classe intonando il nuovo inno nazionale “MENO MALE CHE SILVIO C’E’ ….. MENO MALE CHE SILVIO C’E’”
    Ma per capire perché è ricco, non fate cattivi pensieri e non vi fate venire complessi di inferiorità, leggete la storia di Paperon de Paperoni, praticamente hanno trovato entrambi la monetina portafortuna magica ….. forse un giorno potrebbe capitare anche a voi!
    E per finire, se la magistratura ha qualcosa da obiettare – ATTENZIONE POTREBBERO ESSERE COMUNISTI – sollecitate una Commissione

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