2 agosto

Da trent’anni un orologio fermo, bloccato alle 10.25,  ha il compito di dare la sveglia alle nostre coscienze. Il mese della vacanze e del riposo da trent’anni è per molti anche un periodo di amare riflessioni, per una cosa che non sarà mai possibile dimenticare e che ancora, a distanza di trent’anni, non ha trovato una spiegazione. La disinformazione, i depistaggi conclamati da condanne definitive anche a carico di appartenenti ad organismi dello Stato, e perfino il fatto che i condannati per l’esecuzione materiale – pur avendo confessato altri gravissimi delitti – si sono detti sempre estranei alla strage: sono solo alcuni dei tanti interrogativi che dopo un terzo di secolo restano senza risposta.

A chi il 2 agosto 1980 non era ancora nato, o era troppo piccolo per averne conservato il ricordo, suggerisco – o meglio, chiedo – di fare una ricerca per provare a capire. Andiamo in libreria, o passiamo un pomeriggio di queste giornate estive navigando su internet cercando tutte le notizie disponibili. Ci aiuterà a comprendere perchè non sono soltanto i familiari delle vittime, a distanza di trenta lunghissimi anni, a chiedere con forza la verità su tutte le stragi che dal dopo guerra ad oggi ci sono state in Italia, e che vengono ricordate ogni anno. A Bologna, il 2 agosto.