Andrea Orlando a Catania: “In Sicilia un voto contro i populismi”

“Questo voto si tiene in un momento importante per l’Europa, l’Italia e la Sicilia e sicuramente non avrà una dimensione locale: qui in Sicilia vivremo il primo tempo della battaglia tra riformismo e populismo. Quello che accadrà in Sicilia conterà molto e da questo voto dipenderà anche la forza e il vigore di una scommessa fatta dieci anni fa, che si chiama Partito Democratico”. Ha rimarcato l’importanza delle regionali del 5 novembre il ministro della Giustizia e fondatore di Dems, Andrea Orlando, che ha partecipato alla nostra iniziativa dal titolo “Una Sicilia giusta: sviluppo, lavoro, giovani, ambiente”. Un incontro affollatissimo, in una sala del Palazzo Platamone piena di amici e sostenitori, venuti per ascoltare Andrea Orlando e i candidati catanesi del Partito Democratico Antonio Caruso, Mario Di Fazio e Angelo Villari.

Il leader di Dems, associazione del PD da sempre particolarmente attenta ai temi del Mezzogiorno, ha parlato delle prossime regionali e dell’importanza dell’unità del centrosinistra: “Il PD non ha sempre fatto di tutto per costruire le condizioni per l’unità del centrosinistra, ma proprio in Sicilia questo tentativo è stato fatto seriamente, non ci sono alibi – ha proseguito Orlando – Noi vogliamo unire, il nostro è un percorso unitario e sbaglia chi ha preso la strada della testimonianza, perché quella strada non porta al governo della Regione”. Per Orlando, da un lato “c’è una proposta di destra, la stessa destra che vuole usare la risorse solo per il consenso e non per lo sviluppo”, dall’altro abbiamo “il Movimento 5 stelle, l’improvvisazione che non serve allo sviluppo”: “Sono passati cinque anni dalla traversata di Grillo nello Stretto e in questi cinque anni non sono emerse idee né proposte. Il loro tentativo è mettere insieme lo scontento di destra e quello di sinistra, ma quando poi vanno al governo queste contraddizioni esplodono”. “Micari fa davvero la differenza in questo contesto, è una persona competente che si è prestata alla politica, ma soprattutto noi abbiamo liste di persone credibili, portatrici di esperienza ma anche non chiacchierate”: “Non c’è alcun elemento moralista o giustizialista in questo, c’è un tema di opportunità politica”.

Anche io sono fermamente convinto che Fabrizio Micari sia l’unica possibilità per costruire un futuro di ponti e non di muri e che il tentativo nazionale di derubricare le elezioni siciliane a questione locale sia sbagliato: Andrea Orlando ha il merito di averlo ripetuto più volte. Queste elezioni invece avranno grande importanza e saranno la cartina di tornasole per il futuro, in particolare per la necessità di costruire una coalizione unita.

La crisi morde ancora, ci sono ferite profonde non sanate, soprattutto in Sicilia. Dinanzi a queste difficoltà assistiamo a tante spinte secessioniste: la secessione di chi non vuole partecipare al voto di domenica, di tanti siciliani che hanno perso speranza e a cui dobbiamo dare un messaggio positivo, la secessione del vaffa, di chi preferisce affidarsi a incompetenti, che anche nella pratica hanno dimostrato di non saper affrontare i problemi. E poi c’è chi si chiude nella nostalgia del passato, con una coalizione di centrodestra che ha creato la gran parte dei problemi che ha la Sicilia oggi.

Proprio per questo c’è un gran bisogno di un Presidente della Regione, di una Giunta e di deputati in grado di supportare una vera azione di rinnovamento. E proprio per questo abbiamo chiesto di candidarsi alle migliori espressioni del PD catanese.

 

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