Buona scuola: riflessioni (ma soprattutto fatti) sulla riforma

scuolaIl 10 novembre si è conclusa la terza ed ultima fase del piano straordinario di assunzioni nella scuola voluto dal Governo Renzi all’interno della legge 107. L’ultimo anno è stato caratterizzato da notevoli polemiche e resistenze nei confronti della “buonascuola”. Si è detto che le assunzioni sarebbero state un miraggio, poi che avrebbero riguardato solo una piccola parte di insegnanti, che sarebbero state merce di scambio per creare la figura del preside sceriffo, infine che, se anche ci fossero state, si sarebbero tradotte in una “deportazione” per i docenti costretti ad abbandonare il suolo natio. Alla fine del percorso di assunzioni credo sia necessario rimettere un po’ di ordine in mezzo a tanta confusione anche perché nella mia funzione di parlamentare ho votato e sostenuto la riforma voluta dal Governo.

Dalla fine di luglio al 10 novembre sono stati assunti circa 103.000 nuovi insegnanti (oltre 48.000 solo nell’ultima fase, quella maggiormente legata alla riforma).

Si tratta probabilmente del più grande investimento fatto sulla scuola pubblica negli ultimi 20 anni. Dei tanti docenti neo-assunti solo una piccola percentuale, circa il 10%, ha dovuto spostarsi dalla Provincia e dalla Regione che aveva scelto al momento dell’ultima iscrizione in graduatoria e per la maggior parte di essi all’interno della riforma è stata inserita la possibilità di richiedere la mobilità straordinaria, ossia la possibilità di richiedere il trasferimento già alla fine di quest’anno scolastico in deroga al vincolo triennale.

Magari dopo aver parlato di deportazione qualche profeta di sventure dovrebbe ricredersi e scusarsi non solo con chi ha voluto questa legge ma soprattutto con quei docenti cui è stato consigliato di non fare richiesta di assunzione.

Un’ultima cosa mi sento di aggiungere per ristabilire un po’ di verità: il perno di questa riforma è l’autonomia scolastica che il primo governo Prodi aveva introdotto con il ministro Berlinguer, autonomia che è stata messa di fatto in naftalina dai Governi della destra negli anni 2000. Il perno è l’autonomia perché è tramite essa che si è potuto avviare il cosiddetto organico di potenziamento, che ha permesso a tanti precari di raggiungere il ruolo. Tuttavia, l’assunzione dei 103.000 docenti non è che il primo effetto visibile di un intervento più profondo legato alla legge 107 che porterà, a dicembre, alla pubblicazione del bando di concorso per ulteriori 60.000 docenti.

Che la scuola stia diventando buona?

1 comment to Buona scuola: riflessioni (ma soprattutto fatti) sulla riforma

  • Agostino Arena

    Condivido molte delle osservazioni dell’ on. BERRETTA tranne l’affermazione secondo la quale i governi di centro destra abbiano affossato l’autonomia scolastica, che non è né di destra né di sinistra, ma è il frutto di una lunga elaborazione portata avanti dall’associazione nazionale presidi con la forte opposizione di buona parte del mondo della sinistra in particolare della cgil. Certo nel corso degli anni ci sono stati tentativi di mettere freni, soprattutto dai funzionari, che temevano di perdere potere ma il processo non si è fermato. Ricordiamoci dell’ottimo progetto Moratti Bertagna che proseguiva quello globale di Berlinguer e ricordiamoci anche del contributo di Valentina aprea

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