Call Center: Da lavoro di passaggio ad occupazione di una vita

Clicca per ingrandireLunedì 16 luglio alla Baia Verde un convegno sui call center: “Da lavoro di passaggio ad occupazione di una vita” A Catania i posti di lavoro a tempo indeterminato a rischio sono circa 2500 e nelle attività a progetto circa  6000

Di seguito, il comunicato stampa di SLC CGIL e CGIL di Catania:

“Globalizzazione industriale dei call center e perdita di lavoro locale, quali possibilità di arrestare il processo?” è il tema del convegno organizzato dalla Slc Cgil e dalla Cgil di Catania per lunedì 16 luglio alla BAIA VERDE, a partire dalle 9,30.
Parteciperanno il segretario nazionale Slc Cgil Michele Azzola, il segretario generale della CGIL Catania Angelo Villari, il segretario confederale Giovanni Pistorio, il segretario generale della SLC CGIL Catania Davide Foti, il deputato nazionale del PD Giuseppe Berretta e il deputato regionale del PD Concetta Raia. Sono stati invitati amministratori delegati e responsabili per le risorse umane di importanti imprese del settore.
Dagli anni Novanta, grazie al sistema delle incentivazioni ed agli sgravi fiscali, la Sicilia ed in particolare la provincia di Catania, è stata la meta di numerose iniziative imprenditoriali nel campo dei call center che ha vissuto in questi anni una intensa crescita.
Ma ad oggi, in Italia, sono circa 12.000 i posti di lavoro persi e circa 3.000 le richieste di ammortizzatori sociali, numeri che entro quest’anno potrebbero aumentare ulteriormente se si seguisse l’attuale trend di delocalizzazioni verso l’estero. In particolare nella sola provincia di Catania i posti di lavoro a tempo indeterminato a rischio sono circa 2500 e nelle attività a progetto circa 6000.
Le destinazioni sono soprattutto l’Albania, la Romania, la Croazia, la Moldavia, la Tunisia, l’Egitto l’Argentina, dove gli aspiranti operatori vengono scelti in base alla conoscenza dell’italiano.
Tale pratica di delocalizzazione rischia soprattutto di indebolire complessivamente il sistema Paese a causa del trasferimento di quantità indefinite di dati personali sensibili di cittadini (codice fiscale, dati bancari, numeri di carte di credito) in Paesi che non garantiscono un’adeguata tutela dei dati sensibili e che sono tra i primi al mondo per tasso di pirateria informatica.”

dal comunicato stampa di SLC CGIL e CGIL di Catania, 12 luglio 2012

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