CARO GOVERNO, PIANO PRIMA DI ACCUSARE IL SUD DI NON SAPER USARE I FONDI UE

DI GIANNI PITTELLA E STEFANO FASSINA*

Da “MF – MILANO FINANZA” di martedì 13 luglio 2010

Si è molto complicato negli ultimi anni l`uso delle risorse dei Fas

Con l`ennesimo annuncio da parte del ministro Fitto dell`arrivo di un Piano per il Sud (è almeno la quarta volta in meno di due anni) si conferma la più grande sottrazione di risorse che sia mai stata operata nella storia dello Stato unitario ai danni del Meridione.

Per potenziare e moltiplicare l`effetto impatto dei fondi strutturali europei (144 miliardi richiamati dal ministro Tremonti) il governo Prodi e l`allora ministro per lo Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani, pensarono di utilizzare i finanziamenti statali per il Mezzogiorno non più in autonomia ma in sinergia con la programmazione Ue prevista per il nostro Paese nel periodo 2007-2013. Nella Finanziaria 2007 i fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) furono quindi dotati di 54,7 miliardi da impiegare nel settennato insieme ai fondi Ue. Oggi il ministro Fitto, davanti alla paralisi del sistema di finanziamento dei progetti di sviluppo nel Meridione e per coprire nuove sforbiciate della spesa corrente, quantifica le risorse Fas in 26-29 miliardi. Mancano all`appello dai 25 ai 28 miliardi.

Sono stati utilizzati come un Bancomat per finanziare l`abolizione dell`Ici per le dimore di lusso, il pagamento delle multe alla Ue per il mancato rispetto da parte di alcune stalle delle quote-latte, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, il finanziamento del fondo infrastrutture (tutto destinato al Nord escluse le prime opere per il Ponte sullo Stretto) e dei buchi gestionali di Tirrenia e Ferrovie, il famigerato G8 in Sardegna, il terremoto in Abruzzo, l`aeroporto Dal Molin, fino al ripianamento dei bilanci di alcune amministrazioni amiche, come il Comune di Roma e di Catania. A marzo dell`anno scorso erano già stati distratti, secondo una delibera Cipe, 21,6 miliardi. Attualmente la sottrazione ammonterebbe, secondo il Cnel, proprio a 28 miliardi. Nel frattempo la minaccia della costituzione di un partito del Sud hanno costretto il governo a sbloccare, ma solo per la Sicilia, la quota di Fas spettante (tra 5 e 6 miliardi).

Il ministro dell`Economia tenta di da- re una giustificazione da buon padre di famiglia alla politica del governo: i tagli al Fas sono stati sacrosanti perché i cialtroni del Mezzogiorno non sanno spendere, per evidente incapacità programmatoria, le risorse ad essi affidate. E ne vogliono pure altri. Ma è proprio così? Utilizzare i fondi provenienti da Bruxelles non è mai stato semplice e i primi anni ai programmazione hanno registrato sempre lunghi periodi di messa a punto. Il periodo di utilizzo dei fondi per la precedente programmazione 2000-2006 si è concluso nel 2009, compresa una proroga anticrisi di sei mesi concessa dalla Ue a tutti i Paesi membri. Al 31 dicembre 2009 la spesa effettuata in interventi comunitari nel Mezzogiorno è risultata del 104,6% degli stanziamenti iniziali, pari a 48,01 miliardi, e gli impegni di spesa hanno toccato il 124%. Il valore della spesa effettuata ha superato il contributo delle risorse disponibili.

Al 31 dicembre 2002 lo stato di utilizzo del Fesr – il Fondo europeo per lo sviluppo regionale, destinato a imprese e infrastrutture nei settori della ricerca, innovazione, energia, telecomunicazioni e trasporti – che riguardava allora tutto il Mezzogiorno era, rispetto alla dotazione totale, per il 38,8% in fondi impegnati e per il 12,2% in pagamenti.

Con la nuova programmazione 20072013, nella quale non sono più comprese Abruzzo, Molise e Sardegna, la capacità progettuale e di spesa degli stessi enti locali sembra essere rallentata.

Al febbraio 2010 gli stanziamenti Fesr impegnati erano fermi al 14,55% e i pagamenti al 6,20%.

Molti sono stati i fattori che hanno ritardato e reso ancora più problematíco l`avvio del nuovo Quadro strategico nazionale. Un ritardo che riguarda tutte le Regioni e anche le amministra- zioni centrali. In primo luogo le novità introdotte per correggere gli errori del passato come l`introduzione della governante multilivello per armonizzare, evitando sovrapposizioni, gli interventi dei governi centrali e locali; il debutto dei programmi interregionali che, anche in questo caso come nel precedente, hanno richiesto tempo per far convergere e dialogare le numerose amministrazioni regionali e centrali coinvolte; la messa a punto del sistema di gestione e controllo, richiesto dalla normativa comunitaria, licenziata dalla Ue solo recentemente; e non ultimo il blocco e il disimpegno del 50% dei Fondi Fas che avrebbero accelerato notevolmente il varo delle opere.

Come si vede non è la quantità, progettuale e di spesa, che è mancata ma piuttosto la qualità degli interventi, che non hanno fatto fare significativi passi in avanti per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Ue nel Meridione.

E vero, le regioni del Sud presentano numerose inefficienze, i fondi spesso si perdono in mille rivoli, più per ottenere consenso che risultati apprezzabili nella realizzazione di grandi progetti e in questo le appartenenze politiche, ma anche geografiche, tra Nord e Sud, non aiutano a individuare automaticamente i meno virtuosi. Per questo abbiamo ripetutamente chiesto al governo la costituzione di una cabina di regia europea, nazionale e regionale, e regole che facciano confluire le risorse della finanza aggiuntiva solo su grandi progetti strategici.

In poche parole, chiediamo una politica economica per il Mezzogiorno e non contro il Mezzogiorno, che non si riduca a tagli e ristrutturazioni di spesa.

Per ora non c`è stata alcuna risposta.

Nell`analisi di Tremonti si intravede solo il disegno di un federalismo secessionista, privo di solidarietà, e l`assenza di una visione dei possibili sentieri di crescita del Paese, che passano tutti per le potenzialità di sviluppo del Meridione.

* rispettivamente vicepresidente vicario del Parlamento europeo e responsabile per le politiche economiche della segreteria del Pd

2 comments to CARO GOVERNO, PIANO PRIMA DI ACCUSARE IL SUD DI NON SAPER USARE I FONDI UE

  • Cari amici le idee ci sono e pure a volontà…il problema di carattere fondamentale è il fatto che non si possono reperire fondi e l’uso dei fondi FAS è diventato più complicato del previsto…Le risorse disponibili si spendono male…molto male…questo è un male per la nostra amata Sicilia e per città come Catania e come Gela che meriterebbero quanto più lustro possibile sia sotto il punto di vista culturale, ma anche e sopratutto sotto il punto di vista ECONOMICO.

    Francesco Lisciandra

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  • Sappiamo spendere male. Perfetto. Ora neanche più quello. Di deroga in deroga. Dovremmo essere al governo per gestire questa fase. Forse ci siamo già. E abbiamo gli stessi esperti del precedente POR. Quindi?
    Per me, sarebbe interessante immaginare a step di sviluppo in vista di una vocazione. Quella turistica richiede il raggiungimento di 20 milioni di turisti l’anno. In otto anni. Facciamo investimenti di conseguenza?
    A disposizione per le idee, se ce ne dovesse essere bisogno. Ma son certo che ce ne siano a bizzeffe. Un abbraccio.

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