Il Ministro Orlando a Catania: il racconto della giornata

orlando8Eravamo davvero in tanti, ieri pomeriggio, allo Sheraton durante l’incontro su “La riforma della Giustizia per la crescita dell’Italia”. E’ stata una bella occasione di confronto, durante la quale il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha espresso apprezzamenti per quanto fatto nella nostra città sul fronte del potenziamento del sistema giustizia e del miglioramento delle nostre carceri. Per chi non fosse stato presente, ecco il resoconto della serata. Buona lettura!

La riforma della Giustizia non solo per rendere l’Italia più competitiva e credibile in Europa, ma soprattutto per ridare fiducia ai cittadini e alle imprese. Sono alcuni dei temi affrontati ieri sera (venerdì 11 luglio) all’hotel Sheraton di Catania, nel corso del convegno “La riforma della Giustizia per la crescita dell’Italia” che ha visto – al fianco del deputato nazionale del Pd e componente della commissione Giustizia della Camera, Giuseppe Berretta – il ministro Andrea Orlando. Centinaia di persone hanno partecipato al dibattito, che ha visto confrontarsi la neo eletta europarlamentare Caterina Chinnici, il segretario regionale dei Democratici siciliani Fausto Raciti, l’ex sottosegretario alla Giustizia Berretta e il Guardasigilli, moderati da Luca Spataro. Presenti tra il pubblico tantissimi rappresentanti delle Istituzioni catanesi, sindaci di numerose province siciliane, deputati regionali e nazionali e – tra gli altri – il Procuratore Giovanni Salvi, il Rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro, il vicepresidente nazionale di Confindustria Ivan Lo Bello, l’assessore regionale alle Infrastrutture Domenico Torrisi, il direttore della Sac Totò Bonura.

orlando1“Quello della riforma della Giustizia è stato per troppi anni un tabù, con cui ora finalmente il Pd si sta confrontando andando nella giusta direzione” ha detto il segretario regionale Raciti, ringraziando il ministro Orlando “per i positivi risultati ottenuti anche sul fronte del sovraffollamento delle carceri”.

Sul palco dello Sheraton anche la parlamentare regionale del Pd, Concetta Raia: “Questa riforma rappresenta una sfida ambiziosa, per il Pd e per il Governo Renzi, che ha un unico obiettivo: fare della giustizia uno strumento al servizio dei cittadini, che sia più efficace ed efficiente”.

“Anche in Europa continuerò a lavorare sui temi della Giustizia – ha esordito l’eurodeputata Caterina Chinnici – L’Unione Europea dedica grande attenzione al tema della Giustizia e in questo senso l’Italia sta dimostrando grande coraggio, con delle riforme volte anche a superare una serie di raccomandazioni dell’Ue”. “L’Italia infatti è in fondo alle classifiche dei report comunitari sui tempi dei procedimenti giudiziari: i nostri processi durano tre volte di più rispetto a quelli di Francia o Spagna, solo la Grecia fa peggio di noi – ha proseguito Chinnici – Per questo è necessario ripartire da una riforma della Giustizia civile, per ridurre i tempi dei processi che generano anche maggiori oneri per lo Stato, per i cittadini e per le imprese”.

Il deputato nazionale Giovanni Burtone ha voluto porre l’attenzione sulla lotta alla mafia e, rivolgendosi al ministro Orlando, ha chiesto “particolare attenzione per la nostra terra, perché per sostenere la lotta alla mafia occorrono mezzi e risorse”.

Quindi è stata la volta del parlamentare nazionale dei Democratici, esponente della Commissione Giustizia della Camera, Giuseppe Berretta, principale promotore del convegno, organizzato da Pd e Rifare l’Italia. Berretta ha sottolineato l’importanza che le riforme rivestono in particolare per il Sud Italia: “La riforma della Giustizia, con i suoi dodici punti essenziali volti tra le altre cose alla riduzione dei tempi dei processi e alla informatizzazione del sistema giudiziario, riveste la funzione di testata d’angolo nell’edificio delle riforme avviate dal Governo Renzi e alle quali stiamo dando il nostro contributo – ha detto – Soprattutto il Mezzogiorno, più del resto d’Italia, ha bisogno di riforme e cambiamento: non solo nella Giustizia ma anche nella pubblica amministrazione, nella sburocratizzazione, nel contrasto alla corruzione, nel potenziamento dell’Autorità nazionale anticorruzione, nella moralizzazione del settore degli appalti pubblici, nelle Università, nella ricerca, nel contrasto alle rendite di posizione e agli interessi corporativi”. E durante il suo intervento Berretta ha sottoposto al Ministro Orlando alcune importanti problematiche locali: la chiusura del TAR di Catania, la Cittadella della Giustizia, le carenze di organico e il sostegno alla magistratura nella lotta alla mafia. “Chiediamo ascolto e collaborazione al Ministro affinché la Sezione distaccata del TAR Catania, il terzo TAR d’Italia, non solo non sia chiusa, ma sia potenziata. Ieri si è consumato un passaggio importante in Commissione Giustizia – ha proseguito il parlamentare PD – abbiamo votato il parere favorevole, condizionandolo al mantenimento delle sezioni distaccate ubicate in città sedi di Corte d’Appello e, in questo passaggio, il Ministero della Giustizia è stato con noi. Ora però dobbiamo ottenere che l’emendamento conseguente sia approvato, e che la Sezione distaccata rimanga in vita”. “Gli organici e le infrastrutture della Giustizia in provincia di Catania soffrono a causa di scoperture di organico nel personale giudiziario amministrativo e penitenziario – ha aggiunto Berretta – In tema di infrastrutture c’è una vicenda paradossale riguardante la Cittadella della Giustizia, con un immobile acquistato a questo scopo, il Palazzo delle Poste di viale Africa, che non è mai stato ristrutturato per inerzia, incuria, incapacità dell’amministrazione comunale, mentre si pagano canoni di locazione ai privati, come ad esempio per il Tribunale del Lavoro. La Cittadella Giudiziaria è una esigenza molto avvertita da operatori del diritto e cittadini, della quale le istituzioni devono farsi carico in tempi certi e rapidi”. Infine il parlamentare catanese dei Democratici ha chiesto al Ministro e al Governo sostegno per i magistrati impegnati nella lotta alla mafia, ricordando le ultime brillanti operazioni condotte dalla Procura etnea contro le cosche e ringraziando, per questo, il Procuratore Salvi presente in prima fila, lungamente applaudito dall’intera platea.

orlando3“Parlare di Giustizia civile vuol dire parlare dell’Italia – ha esordito il ministro Orlando, a conclusione del convegno – Abbiamo tre volte e mezzo il contenzioso civile della Germania e cinque milioni di procedimenti l’anno, dati che nessuna riforma potrebbero reggere”. Per questo il Governo si sta muovendo su due versanti: rispondere alle urgenze immediate (ad esempio potenziando alcuni strumenti come il Tribunale dei minori e quello delle imprese, quest’ultimo presente anche a Catania), ma anche con una visione strategica. Fondamentale, per il Guardasigilli, anche il rapporto tra avvocatura e magistratura: “Dopo le posizioni corporative degli anni passati, oggi registriamo disponibilità e idee interessanti tra i giovani avvocati – ha detto – Catania ad esempio è una realtà in cui la collaborazione tra avvocatura e magistratura ha dato grandi risultati sul fronte dell’innovazione, rendendo possibile il processo telematico dal 30 giugno scorso”.

In tema di carceri, il ministro – che nel pomeriggio assieme all’on. Berretta aveva visitato la struttura di Piazza Lanza e, subito dopo, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati – ha elogiato l’Istituto penitenziario etneo: “Era uno dei carceri peggiori d’Italia e invece oggi, grazie ad interventi realizzati con alacrità e lavorando con le risorse a disposizione, sono stati ottenuti grandi risultati ripristinando condizioni di dignità per i detenuti”.

Infine, ancora un riferimento alla riforma della Giustizia: “Vogliamo una informa che non sia parziale ma che tocchi tuti i temi critici” ha detto Orlando, con riferimento a riduzione dell’arretrato, semplificazione, magistratura onoraria come sbocco per molti giovani, costruzione dell’Ufficio del processo, norme per il superamento delle scuole di specializzazione dei giudici attraverso processi di affiancamento. E infine, un occhio di riguardo al personale amministrativo “uno dei problemi più drammatici in questo momento”, basti pensare che i dipendenti del sistema giudiziario hanno un’età media di 55 anni e che il settore non viene “rinnovato” da circa 20 anni. E in questo senso a venire incontro al sistema Giustizia sarà anche la riforma della Pubblica amministrazione, un altro dei tasselli fondamentali dell’impianto riformatore portato avanti dal Governo di Matteo Renzi.

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