Il mio regno per un cavillo

PARLA DI REGOLE E CAVILLI MENTRE C’E’ DA PENSARE AL FUTURO DI CATANIA”.
Bianco vuole primarie finte e pretende che gli altri si tirino indietro.

Sono assolutamente convinto che fare primarie aperte per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra a Catania sia fondamentale: per la nostra città, per gli elettori e per la stessa coalizione di centrosinistra. Sì dunque a primarie aperte, civiche e il più partecipate possibile ma per far ciò ci vuole la competizione, soprattutto ci vogliono i competitor. Mi fa piacere quindi il grande interesse dimostrato da Enzo Bianco nei miei confronti ma sinceramente non vedo il motivo per cui io debba ritirarmi dalla competizione – così come lui mi “invita” a fare – per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra
Le ultime dichiarazioni fanno emergere con chiarezza la distanza abissale tra i principi e le scelte operate da Bersani e quelli che Bianco vorrebbe – chissà perché – imporre a Catania. Mentre il segretario nazionale del Pd ha fatto di tutto per garantire la massima partecipazione di tutti alle primarie, addirittura pretendendo la modifica dello statuto del partito quando avrebbe potuto evitarlo, Bianco chiede invece che gli altri pretendenti si tirino indietro in nome di una candidatura imposta – la sua – e non scelta dai cittadini. Insomma finalmente Bianco dice di sì alle primarie ma vorrebbe primarie finte, dall’esito scontato, primarie a tavolino. A questo proposito, poi, appaiono pretestuose nella forma e nella sostanza le motivazioni di Bianco secondo cui io non potrei candidarmi alle primarie. L’ho detto e lo ribadisco: non c’è alcun impedimento regolamentare alla mia partecipazione alle primarie e, oltre a questo, non esiste nemmeno un motivo politico per cui io debba tirarmi indietro. Anzi, credo di essere l’unico che al momento dell’elezione a sindaco di Catania dovrà rinunciare ad un incarico prestigioso. Un incarico che ho sempre svolto con il massimo impegno. Insomma, ho vinto le primarie per la scelta dei parlamentari conquistando una posizione utile alla mia rielezione alla Camera, sono l’unico che da quella posizione dovrà rinunciare a qualcosa e io lo farò, come ho già avuto modo di dire, con la massima gioia.
Le altre presunte rinunzie a cui nelle ultime settimane abbiamo assistito, quelle del senatore Bianco e del sindaco Stancanelli, a ben vedere sono rinunzie virtuali, buone per un comunicato stampa e nulla di più.
Sorprende poi la solerzia di Bianco nell’imporre certe sue regole che però non valevano cinque anni fa: proprio cinque anni fa lo stesso Bianco chiese a Burtone, appena eletto parlamentare, di candidarsi a sindaco di Catania. Cosa c’era allora di diverso? E cosa ha impedito a Fassino di diventare sindaco di Torino mentre era deputato o a Ceccuzzi di fare altrettanto a Siena?
Questo richiamo alle regole appare pretestuoso da parte del senatore del Pd che, ci dispiace sottolinearlo, non fa che parlare di regole e cavilli mentre c’è estremo bisogno di parlare di futuro: del futuro di Catania, di una nuova visione della nostra città che può e deve diventare l’America del Mediterraneo. Noi tentiamo di farlo da tempo e continueremo su questa strada.

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