La Costituzione siamo noi

“E’ essenziale promuovere l’innalzamento degli standard formativi e valorizzare le migliori energie intellettuali e creative. Soltanto investendo su queste priorità sarà possibile superare le attuali difficoltà di ordine economico e sociale. Occorre prestare ascolto alle pressanti richieste provenienti dal mondo giovanile e fornire risposte concrete a generazioni di studenti che vedono ostacolato il percorso di crescita personale e professionale e vanificate la fiducia e la speranza che hanno motivato il loro impegno”.
Giorgio Napolitano, dal messaggio alla conferenza internazionale “Capitale umano e occupazione nell’area europea e mediterranea”, in corso a Bologna.
Non aggiungo nulla a queste parole del Presidente della Repubblica se non alcune della nostra splendida Costituzione.

Per difendere la Costituzione e la scuola pubblica scendiamo in piazza, in tante piazze d’Italia, il 12 marzo, senza bandiere e simboli di partito, semplicemente da cittadini di questa Repubblica.

A Catania ricordo che l’appuntamento è alle 16 davanti la Villa Bellini.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Art. 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

Art. 34
La scuola è aperta a tutti.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

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