Ieri Gianfranco Micciché è stato eletto presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. E’ stata un brutta giornata, per la Sicilia e per il PD siciliano. Per la Sicilia, perché il neo presidente dell’ARS ha esordito molto male: in una Regione che è stata dilaniata dalla mafia e che ha perso i suoi figli migliori nella battaglia contro la criminalità organizzata, mi sarei atteso ben altre dichiarazioni da Micciché, certo non la santificazione di Marcello Dell’Utri che oggi sta scontando una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. E una giornata brutta per il Partito Democratico siciliano, perché questa legislatura si apre con una spaccatura del suo gruppo, con alcuni che nel segreto dell’urna hanno favorito l’elezione del commissario di Forza Italia in Sicilia. Il tentativo della dirigenza regionale del PD di non fare i conti con la sconfitta elettorale non regge alla prova dei fatti, come risulta evidente anche dall’esito del voto di ieri per l’elezione del presidente dell’ARS. Ci troviamo di fronte ad un partito che procede in ordine sparso, schiacciato sulle divisioni interne al gruppo all’Assemblea regionale, afono rispetto ai reali problemi dei siciliani. E’ sempre più chiaro che queste condotte indeboliscono la credibilità del nostro partito. Si convochi al più presto la direzione regionale del PD, in modo da definire collettivamente la linea politica da seguire, che deve essere di ferma opposizione al Governo di centro-destra.
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