Interventi per l’occupazione al Sud, governo battuto sulla mozione Pd. Ecco come hanno votato i deputati siciliani della destra.

OBBEDISCO!Carmelo BRIGUGLIO, Basilio CATANOSO, Nicolò CRISTALDI, Pippo FALLICA, Vincenzo FONTANA, Vincenzo GAROFALO, Nino GERMANA’, Gabriella GIAMMANCO, Vincenzo GIBIINO, Fabio GRANATA, Ugo GRIMALDI, Enrico LA LOGGIA, Nino LO PRESTI, Giuseppe MARINELLO, Antonino MINARDO, Dore MISURACA, Alessandro PAGANO, Pippo SCALIA, Francesco STAGNO D’ALCONTRES, Salvo TORRISI.

I miei lettori capiranno se oggi non pubblico, come è mia abitudine, tutte le foto dei parlamentari eletti in Sicilia che si sono distinti per le loro votazioni. Mi sono limitato a fare l’appello, come si faceva ai tempi della scuola, perché erano davvero troppi i miei colleghi parlamentari del Pdl che clamorosamente – e in maniera sinceramente inutile – hanno votato contro la mozione sul Mezzogiorno che noi del Partito Democratico avevamo presentato in Aula a Montecitorio mercoledì scorso.

Una mozione che avrebbe dovuto unire tutti, indipendentemente dal colore politico, perché riguarda temi troppo importanti per il Sud e per la nostra Isola: rilancio produttivo, fiscalità di vantaggio, fondi Fas, riforma degli ammortizzatori sociali, maggiore accesso al mondo del lavoro per i giovani. Temi così importanti che anche gli otto deputati del Movimento per l’Autonomia hanno sostenuto la mozione del Pd su cui il governo aveva dato invece un parere negativo. Distinguendosi come sempre per la scarsissima attenzione nei confronti delle aree più deboli d’Italia. Ma chi si è distinto per aver votato in maniera incomprensibile e incomprensibilmente autolesionista, andando contro gli interessi dei propri elettori, è la schiera di deputati siciliani del Popolo delle libertà. Ancora una volta per niente liberi di difendere la propria terra, la propria gente, ma costretti a seguire gli ordini del “capo”.

Mi chiedo come questi parlamentari riusciranno a spiegare il loro comportamento. Mi chiedo cosa diranno a chi li ha eletti. Forse preferiranno schivare l’argomento, io invece questi fatti non voglio ignorarli perché diversi punti della mozione presentata alla Camera dal Pd – sui quali l’esecutivo aveva dato parere negativo venendo battuto, ed è la trentacinquesima volta dall’inizio della legislatura – avrebbero dovuto essere sostenuti soprattutto dai parlamentari eletti nelle regioni del Sud. Lascio a voi qualunque altro giudizio. E mi limito a riproporvi la mozione, votata dall’Aula in due tranche. Un voto che ha dimostrato come ancora una volta il governo è “inciampato” sui Fas, i fondi per le aree sottoutilizzate.

La parte della mozione del Pd su cui il sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli, aveva dato parere negativo non a caso è quella che prevede un impegno economico del governo in favore delle regioni del Sud. Ci siamo abituati, purtroppo. E i parlamentari siciliani del centrodestra lo sanno benissimo e certo ricorderanno i fatti di un anno fa, quando Tremonti con i soldi del Sud decideva di pagare le mega-multe per le quote latte agli allevatori del Nord. Questa tranche della mozione prevede l’impegno dell’esecutivo “a reintegrare le risorse impegnate del Fondo per le aree sottoutilizzate per destinarle a un programma mirato al rilancio del tessuto produttivo meridionale e, conseguentemente, dei livelli occupazionali del Mezzogiorno, ripristinando a tal fine un meccanismo di fiscalità di sviluppo concreto ed efficace quale è l’automatismo del credito d’imposta per i nuovi investimenti nel Mezzogiorno”. La parte della mozione a cui il governo invece aveva dato parere positivo, e che poi è passata come la precedente, impegna Palazzo Chigi “a finanziare un piano volto a inserire nel mercato del lavoro almeno 100 mila giovani diplomati e laureati delle otto regioni del Mezzogiorno mediante stage presso imprese private, a tal fine prevedendo un compenso mensile a carico dello Stato per un periodo non inferiore a sei mesi, cui aggiungere un incentivo di 3.000 euro a favore dell’azienda in caso di assunzione a tempo indeterminato”. Ma anche “a predisporre in tempi rapidi un piano organico di riforma degli ammortizzatori sociali, che includa lavoratori a progetto, parasubordinati, lavoratori atipici e le altre categorie contrattuali attualmente escluse da ogni copertura, garantendo almeno il 60 per cento del reddito percepito nell’ultimo anno”.

Non sono, questi, argomenti concreti? Non sono obiettivi che chiunque avrebbe dovuto condividere, al di là dei posti occupati in Parlamento? Diceva Totò: e poi dice che uno si sposta a sinistra. Guarda i parlamentari dell’Mpa!

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