Processo civile, abolito il rito Fornero

processo civileProseguono in Commissione Giustizia i lavori e le votazioni sulla delega per la riforma del processo civile. Un provvedimento necessario, di cui sono relatore in Commissione assieme al collega Franco Vazio, che si propone di riformare organicamente il processo civile secondo parametri di maggiore efficienza e specializzazione. Come vogliamo attuare la riforma? Rendendo il processo civile più lineare e più celere e rafforzando le garanzie. L’iter in Commissione va avanti spedito (qui in dettaglio i vari passaggi del disegno di legge). E ieri è stato approvato un importante emendamento, a mia firma, che prevede l’abrogazione delle norme processuali della riforma Fornero. Si vuole in sostanza superare il cosiddetto “rito Fornero”, risolvendo una questione dibattuta da tempo, sopprimendo il rito introdotto dalla legge 92 del 2012. Rito che ha avuto come effetto negativo la moltiplicazione dei giudizi ed un ulteriore ingolfamento dei tribunali del lavoro. L’emendamento prevede inoltre un canale privilegiato per la trattazione delle cause aventi ad oggetto la validità, l’efficacia o la legittimità dei licenziamenti.
Ecco il testo integrale dell’emendamento:

Dopo l’articolo 1, aggiungere il seguente:
«Art. 1-bis – 1. Le disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 48 a 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92, sono abrogate.
Alla trattazione dei giudizi nei quali si controverte sulla validità, l’efficacia o la legittimità dei licenziamenti ai sensi dell’articolo 18 della legge n. 300 del 1970, sono riservati specifici giorni nel calendario delle udienze del giudice, che deve trattarli e definirli con particolare speditezza.
3. I dirigenti degli uffici giudiziari vigilano sull’osservanza della disposizione di cui al comma 2.
4. I giudizi già introdotti con ricorso depositato entro la data di entrata in vigore della presente legge sono tratta e definiti secondo le norme di cui all’articolo 1, commi da 48 a 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92.
5. Le azioni di nullità dei licenziamenti discriminatori, ove non siano proposte con ricorso ai sensi dell’articolo 414 del codice di procedura civile, sono introdotte, ricorrendone i presupposti, con i rispettivi riti speciali di cui agli articoli 38 del decreto legislativo n. 198 del 2006 e 28 del decreto legislativo n. 150 del 2011. La proposizione dell’azione, nell’una o nell’altra forma, preclude la possibilità di agire successivamente in giudizio con rito diverso.
6. Le azioni relative al licenziamento incidente sul rapporto di lavoro subordinato del socio di cooperativa, anche nel caso in cui venga a cessare, con il rapporto di lavoro, quello associativo, sono introdotte con ricorso ai sensi degli articoli 409 e seguenti del codice di procedura civile e sono soggette alle disposizioni di cui ai commi 2 e 3 del presente articolo».

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