Sigonella, l’America dà la caccia ai lavoratori italiani e il Governo fa finta di non sapere

A Sigonella come a Napoli, ad Aviano come a Vicenza, si moltiplicano le proteste dei lavoratori civili italiani delle basi Usa sparse nella Penisola. Sempre lo stesso il motivo: licenziamenti e procedure di mobilità. Solo nella base Nato di Sigonella sono 62 i lavoratori italiani che verranno licenziati a partire da settembre. Un fatto grave se è vero quello che sostengono da tempo, e in ogni parte d’Italia, i sindacati di categoria: i comandi americani licenziano gli italiani per assumere lavoratori statunitensi. Una vera e propria “caccia” che ha scatenato le proteste. Questa mattina a Montecitorio stanno protestando i lavoratori di tutte le basi Usa. E’ ora che il governo faccia chiarezza immediatamente: è quello che chiederò con un’interrogazione urgente.

Nella giornata di oggi, mentre i lavoratori protestano davanti Montecitorio, presenterò un’interrogazione urgente per chiedere al governo spiegazioni sui licenziamenti dei civili italiani che lavorano nelle basi americane. Oggi infatti, davanti la Camera, sta andando in scena la manifestazione organizzata dai sindacati di categoria di Cisl e Uil per portare all’attenzione dell’opinione pubblica una vicenda che coinvolge centinaia di lavoratori civili delle basi Usa di tutta Italia, tra cui oltre sessanta della base statunitense di Sigonella. 

I rapporti con gli americani, almeno nella base di Sigonella, sono stati sempre ottimi, non solo fra governi ma soprattutto fra le popolazioni, come dimostrano anche i numerosi matrimoni nati sotto il vulcano. Le basi americane hanno sempre rappresentato anche significative occasioni di occupazione e questo ha sicuramente contribuito a creare quei rapporti ottimi. Non vorrei che scelte ingiustificate e inopportune pregiudicassero questi rapporti. 

Il Governo deve necessariamente e al più presto intervenire, verificando le gravi violazioni degli accordi internazionali che prevedono l’utilizzo di personale locale. Violazioni tradottesi, come giustamente sostengono  i sindacati di categoria, in una autentica caccia ai  lavoratori italiani, immediatamente sostituiti da personale statunitense. Qui è in gioco il futuro di centinaia di lavoratori e come al solito a pagare caro sarà il Sud: solo a Sigonella si parla di 62 licenziamenti.

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