Sulla viabilità un nuovo metodo

kozlekeesi lampaIl caos e i pesanti disagi che si sono verificati negli ultimi giorni nella zona dell’aeroporto, dovuti principalmente all’organizzazione della Fiera dei Morti nel parcheggio scambiatore Fontanarossa, pongono ancora una volta una serie di interrogativi, cui mi auguro l’amministrazione comunale possa dare risposta.
Sappiamo bene quanto la viabilità sia la madre di molte questioni aperte a Catania. Il “traffico”, come si sa, è questione delicata soprattutto in una città come la nostra, ancora troppo legata all’uso del mezzo privato sempre e comunque. E non solo per pigrizia, quanto piuttosto per mancanza di alternative valide. A dimostrazione di ciò basterebbe citare alcuni “casi” che hanno provocato un ampio dibattito.
Non dimentichiamo ad esempio, il vespaio di polemiche suscitato dai cambiamenti alla viabilità nella zona degli Archi della Marina, ai tempi dell’amministrazione Stancanelli, con proteste, polemiche e numerose modifiche da parte del Comune. Il Nodo Gioeni, che ancora oggi fa discutere per l’impatto sul piano viario e in particolare sui flussi che attraversano la Circonvallazione. E poi il “Lungomare liberato”, scelta a mio avviso sacrosanta voluta dall’attuale Giunta comunale, da difendere e anzi, da potenziare! Ma anche la rivoluzione della viabilità tra via D’Annunzio e corso delle Province…
Tutti questi esempi, diversi certamente tra loro, hanno un unico comune denominatore: la mancata partecipazione dei cittadini, l’assenza di condivisione delle scelte con chi vive in un luogo, con gli operatori commerciali, con i diversi portatori di interesse.
Esempio che si è replicato ancora una volta in occasione della Fiera dei Morti: si è pensato prioritariamente all’interesse commerciale ma non all’impatto sulla viabilità, dando l’impressione che l’amministrazione si muova a compartimenti stagni, senza considerare le conseguenze che un’iniziativa ha o potrebbe avere sul resto della città. Equivoci, forse, da cui poi però nascono conflitti (ciclisti-commercianti, residenti-esercenti e così via), in una città che non ha bisogno di contrapposizioni ma di soluzioni, che non ha bisogno di interpreti solisti ma di coralità.
È una questione di metodo, dunque, ma entrando anche nel merito della questione viabilità credo sia necessario chiedersi il perché della mancanza di una vera e propria politica della mobilità sostenibile nella nostra città. Perché, cioè, non si incentivino davvero i catanesi a lasciare a casa l’auto per prendere un autobus: un bus che sia puntuale, pulito e facilmente raggiungibile. Un bus che viaggi su corsie preferenziali, sul modello Brt, un trasporto pubblico con più linee, nuovi piani delle tariffe per incentivare gli acquisti degli abbonamenti, mezzi decorosi, accessibili ai disabili o alle mamme con carrozzine, in cui ci sia l’aria condizionata funzionante, fermate e aree d’attesa dignitose, telecamere per garantire la sicurezza dei passeggeri e degli autisti.
Mi chiedo: quanti catanesi oggi restii ad utilizzare i mezzi pubblici saranno incentivati a cambiare il proprio stile di vita (e quindi a rinunciare all’auto privata) perché il biglietto Amt si può acquistare su internet? Perché non intervenire “a monte” stimolando i cittadini sull’appetibilità del trasporto pubblico, rendendolo veramente concorrenziale? E, ancora, incrementare le corsie riservate ai ciclisti – iniziando con il rispetto delle uniche piste ciclabili in centro storico, costate alla città oltre 4 milioni – può giovare per chi usa la bici e vorrebbe lasciare l’auto a casa. E poi, perché non attivare una Cabina di regia a livello metropolitano, con istituzioni e società di trasporto per collegarle tra di loro e renderle più efficienti, a partire dalla metropolitana e dalla Circumetnea, o perché non riprendere i progetti dei parcheggi scambiatori per farli funzionare davvero, incrementando l’utilizzo dei mezzi dell’Amt per collegare varie zone della città ma anche il centro con l’aeroporto.
Questo nuovo “caso” di viabilità, allora, venga considerato dall’amministrazione comunale come un segnale, un pungolo: per cambiare prospettiva e pensare in grande, per cogliere i segnali positivi di una Città che esprime una domanda di mobilità sostenibile. A questa domanda la maggioranza di centrosinistra e l’amministrazione Bianco devono dare risposte.

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