Togliamogli la terra da sotto i piedi

Il 4 febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo del Decreto Legge che avrebbe istituito l’Agenzia per i beni sequestrati alla mafia e alla criminalità organizzata. Tale Agenzia muove da un’esigenza che le associazioni come Libera hanno sempre sottolineato e che il Pd ha fatto propria. Tuttavia il decreto legge presentava incongruenze, che sono bene state messe in rilievo da Libera nel corso dell’audizione riservatale in occasione della presentazione del decreto. In questa occasione l’associazione di don Ciotti ha espresso le sue preoccupazioni per un provvedimento che, aggiungo io, si caratterizzava come troppo improntato a esigenze di “immagine” a servizio di un onnipresente decisionismo governativo che rischiava di creare confusione, con effetti deleteri rispetto agli obiettivi proposti.

L’11 marzo, però, grazie al lavoro delle opposizioni e, specialmente, del Partito Democratico il testo è stato sostanzialmente riscritto. Gli interventi dei parlamentari del Pd hanno permesso di recepire le osservazioni di Libera e hanno sanato il cortocircuito, tra magistratura e Agenzia, che si era determinato nella prima stesura del testo. Con il testo del 4 febbraio sarebbe stato istituito un ente in cui risultava preponderante il controllo del Ministero dell’ Interno (cui è attribuita  la vigilanza), che avrebbe proposto la nomina del Direttore (necessariamente un Prefetto) e che sarebbe intervenuto nel comitato Direttivo. Scarsissimo spazio era stato attribuito a quelle associazioni (Libera) che pure hanno consentito di affrontare seriamente il tema dei beni confiscati (partecipazione eventuale ad un “nucleo di supporto” presso le Prefetture, partecipazione eventuale a specifiche riunioni del comitato direttivo). Dalla prima stesura del decreto legge emergeva un inaccettabile accentramento, con il pericolo della creazione di “un carrozzone” dotato di amplissimi poteri in materia di amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati (con dispensa di incarichi a tecnici o  personale retribuito, coadiutori -ex amministratori- etc.). A ciò si aggiungeva una inammissibile esautorazione dell’Autorità Giudiziaria (Tribunale misure di prevenzione, giudice delegato, giudice penale) nell’attività di amministrazione dei beni sequestrati. Colpiva, in particolare, il completo “scollamento” tra Ag e amministrazione del bene sequestrato, oggi assicurato dal rapporto tra amministratore e giudice delegato (in misura inferiore, però, nel rapporto col giudice penale) che consente, come insegna  l’esperienza di chi opera nel settore, di assicurare l’ effettiva estromissione del proposto, individuare ulteriori beni da sequestrare, intrattenere un contatto costante per la migliore gestione del bene. Nel testo uscito dall’assemblea invece abbiamo ottenuto (grazie al lavoro dei nostri parlamentari: Ferranti, Melis, Garavini, Orlando, Rossomando e la “ancor più nostra” Marilena Samperi) che l’Agenzia coadiuvi da subito l’autorità giudiziaria in tutta la prima fase del sequestro penale, fino all’udienza preliminare e nel procedimento di prevenzione fino alla confisca di primo grado. Il governo ha poi dovuto fare un passo indietro accettando che si proceda alla vendita dei beni solo quando ne sia impossibile l’utilizzo dei beni confiscati per fini di pubblica utilità e a prezzi di mercato, cioè non più all’asta; così come non ci saranno preventive intese sulla nomina del singolo amministratore che resterà competenza del giudice del tribunale della prevenzione; sarà poi garantito comunque attraverso un’intesa tra agenzia e l’autorità giudiziaria che il conferimento e gli incarichi di amministratore giudiziario avvenga garantendo la trasparenza e la rotazione. Si tratta di modifiche sostanziali che possono rendere l’Agenzia uno strumento effettivo di lotta alla mafia, se questo organismo sarà messo nelle condizioni di funzionare effettivamente.

Un’ultima considerazione: l’istituzione dell’agenzia in questi termini dimostra che quando il Parlamento e le istituzioni non vengono trattati con atteggiamento proprietario da parte del governo, quando cioè non vengono snaturati e depauperati del loro ruolo e della loro funzione, una grande forza politica progressista, ancorché di opposizione, può incidere efficacemente nella discussione politica.

Per chi volesse ecco il testo venuto fuori dall’assemblea e messo a confronto con la prima stesura.

7 comments to Togliamogli la terra da sotto i piedi

  • Daniele Norrini

    Anche a me piace moltissimo già solo l’idea in sé e per sé che una cosa del genere sia andata in porto, si sia concretizzata. A una valenza simbolica altissima.

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  • Walter Currì

    L’idea è semplicemente entusiasmante. Inutile pensare al peggio, a eventuali male gestioni e cose del genere. Sempre pessimisti dobbiamo essere? C’è quest’agenzia? E allora si pianifichi il futuro, si facciano investimenti. 20′ fa sarebbe stato impossibile anche solo da ipotizzare una cosa simile.

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  • Donatella Barbagallo

    ottimo aver recepito i suggerimenti di Libera!!!

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  • Giacomo Lorenzi

    Anche a me piace molto come idea. Anche se magari una simile agenzia già sarebbe stata necessaria nei primi anni Novanta. Ma in ogni caso va bene, è un’ottima cosa.

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  • Arturo

    Però l’idea è francamente ottima.

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  • Giulia Sannini

    Sicuro, arriva ovunque la mafia, figuratevi se non arriverà a gestire l’agenzia per i beni confiscati.

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  • Antonio D.

    Ma non è che troveranno modo di arrivare a gestire anche questa Agenzia?

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