Università in Sicilia: facciamo il punto

Matteo Orfini, responsabile Cultura della Segreteria nazionale PD: “Situazione esplosiva all’avvio del prossimo anno accademico”

Gigliuto, Orfini, Spataro, Berretta, Anastasi

Il comunicato stampa con il resoconto dell’incontro di ieri.

“Un incontro con il rettore dell’Ateneo catanese Antonino Recca, l’appello al ministro Gelmini perché si riveda l’impianto di quella che viene considerata una “pseudo-riforma” e una richiesta al Governo regionale per uno sforzo aggiuntivo nei confronti del sistema universitario siciliano. Riparte da Catania l’impegno che il Partito Democratico vuole mettere in campo a sostegno del sistema universitario e del sapere. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede catanese del Pd all’indomani dell’incontro organizzato dai Giovani Democratici proprio a Catania per riunire le rappresentanze studentesche di tutta Italia, il responsabile Cultura della segreteria nazionale del partito Matteo Orfini ha illustrato le profonde incongruenze della riforma Gelmini e le proposte per il rilancio dell’Università partendo proprio dagli Atenei del Mezzogiorno. Assieme a Orfini, anche il coordinatore nazionale della Run (Rete Universitaria Nazionale) Federico Nastasi, il parlamentare nazionale Pd Giuseppe Berretta, il vicesegretario provinciale dei Giovani Democratici Livio Giugliuto e il segretario provinciale del partito Luca Spataro.

Il punto di partenza sono i dati, allarmanti, che riguardano principalmente il diritto allo studio. In Sicilia, secondo i dati della Rete Universitaria Nazionale, la percentuale di borsisti effettivi rispetto agli studenti universitari idonei a ricevere una borsa di studio è ferma al 70 per cento contro il 100 per cento di altre Regioni come la Basilicata, la Toscana o l’Emilia Romagna. “Una percentuale che rappresenta la cifra del disinteresse del Governo nazionale nei confronti del diritto allo studio soprattutto nel Meridione” ha sottolineato Livio Giugliuto.

“In questo quadro già drammatico, in cui si lede il diritto allo studio impedendo l’accesso all’istruzione universitaria ai ceti più deboli, il Governo nazionale impone sempre nuovi tagli considerando l’Università e in generale la conoscenza come voce di bilancio su cui risparmiare – ha detto Matteo Orfini – Temiamo seriamente che a partire dall’avvio del nuovo anno accademico la situazione possa esplodere, soprattutto a causa della riforma Gelmini che ha anche burocratizzato le Università con riforme spesso inapplicabili. Per questo chiederemo alla Gelmini di bloccare una riforma che richiede ancora l’approvazione di oltre 40 decreti legislativi, per riscriverla assieme all’opposizione e a tutte le forze sociali”. Non va meglio a Catania, “dove nonostante le false promesse per una riforma che avrebbe aiutato soprattutto i giovani, i primi che ne subiranno le conseguenze saranno proprio i ricercatori precari che non avranno rinnovato il contratto” sottolinea Luca Spataro: “Prima dell’inizio del nuovo anno accademico – ha affermato Spataro – chiederemo un incontro ufficiale al rettore Recca, per capire come tornare a rendere competitivo il nostro Ateneo”. “Sin dall’inizio abbiamo denunciato l’antimeridionalismo di questa pseudo-riforma universitaria e i dati lo confermano – ha aggiunto Giuseppe Berretta – Non si assume personale, la maggior parte dei corsi di laurea a Catania e in Sicilia si reggono sul lavoro di docenti precari, i ricercatori fanno molto di più rispetto al carico di lavoro richiesto. Di contro c’è l’incapacità del Governo nazionale di invertire questa tendenza e l’incapacità di chi governa le università siciliane a mettere in atto una forma di protesta civile ma convinta. Chiederemo al Governo regionale uno sforzo aggiuntivo  e come Pd metteremo il precariato universitario al centro dei nostri obiettivi” ha aggiunto Berretta, annunciando la Prima Conferenza provinciale sul Lavoro – sabato 28 maggio a Catania – che sarà aperta proprio da un precario dell’Università. Durante l’incontro con la stampa si è discusso anche del futuro della Scuola Superiore di Catania “che rischia di chiudere a causa di modifiche dei regolamenti universitari – ha spiegato Federico Nastasi – e su cui il Pd si è impegnato  a condurre una battaglia anche a livello nazionale”.

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