Oggi abbiamo saputo che un altro tassello si è aggiunto al disastro che sempre più caratterizza la nostra città: la magistratura catanese è andata a Roma, al CIPE, a cercare le famose carte – sbagliate, come candidamente ha affermato Stancanelli – che stanno all’origine dei mirabolanti 140 milioni di euro che tutto, per grazia ricevuta, dovevano risolvere nella nostra traballante città. Trattandosi di cosa molto seria, vorrei parlarne con qualche notizia in più.
Vorrei invece segnalarvi un libro scritto da una persona molto cara e stimata, la prof. Graziella Priulla della nostra Facoltà di Scienze Politiche, dal titolo che giustifica il titolo di questo post: “La comunicazione delle pubbliche ammministrazioni”, editori Laterza.
Assistendo oggi alla presentazione e avendo prima letto il volume che ripercorre la voglia di ricevere comunicazione da parte dei cittadini e i tentativi pubblici di accontentare questa esigenza, per lo più insufficienti, annoverando best practices e bad practices, mi è venuto spontaneo pensare a quando Catania, fra mille contraddizioni, si affacciava sul terreno inedito dell’eccellenza, addirittura indicata come esempio da imitare.
Oggi non siamo buoni nemmeno per figurare nell’elenco delle “pratiche cattive”. Oggi, semplicemente, non esistiamo, se non per le inchieste, siano esse giudiziarie o giornalistiche. E, in ogni caso, non ci facciamo bella figura.
Questo è il punto dal quale partire: spiegare, almeno all’opinione pubblica catanese, cosa sta accadendo e cosa è successo prima. Fare comunicazione nel senso più elementare: illuminare, presentare, proporre. Meglio ammettere errori – e darsi conseguentemente da fare – che insistere nel dire che va tutto bene madama la marchesa…
Per questo consiglio a tutti, ma in particolar modo agli attuali amministratori di Catania, di leggere il libro di Graziella Priulla. Questi ultimi potrebbero imparare qualcosa su cosa va fatto – e come – e soprattutto su cosa non va fatto, nel rispetto dei cittadini. Per questo dicevo che non è mai troppo tardi. Per tutti gli altri è una lettura stimolante e utile a capire meglio come potrebbero comunicare le nostre pubbliche amministrazioni.
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