Intervistato a “Le invasioni barbariche” da Daria Bignardi il segretario PD evidenzia la necessità di una buona politica, torna a chiedere le dimissioni di Berlusconi e non esclude la sua candidatura in caso di elezioni anticipate
“Se andiamo al voto vinciamo noi, alla grande ed ora qualsiasi cosa accada è meglio di questa situazione, anche le elezioni. Il Premier deve dimettersi, levarsi lui dall’imbarazzo, levare l’Italia dall’imbarazzo». Ospite di Daria Bignardi alle «Invasioni barbariche» Bersani attacca il premier sul caso Ruby affermando che ora ci vuole “un moto dell’opinione pubblica. Si torni alla buona politica. Raccoglieremo dieci milioni di firme per uscire da uno stallo preoccupante e sollevare un moto di opinione pubblica e mandare a casa il premier, il quale ormai “passa i giorni a giustificare come passa le notti. Berlusconi deve dimettersi, “un uomo di 73 anni non fa neanche una telefonata a una minorenne come Ruby. In questo Paese stanno passando messaggi distruttivi. Le accuse contro di lui sono gravissime sarà pure generoso perché ha tanti soldi, ma vedo che è generoso con le ragazze e non ne ho vista una di ragazza brutta”. Bersani vuole un’altra politica, fatta onestamente da gente per bene e noi faremo mobilitazione iniziative e feste”. Qui scherza rispetto alle cene di Arcore: “Le nostre sono altre feste, ci accusano di fare la salamella ma è sempre meglio”.
Cosa c’è (e chi c’è) nel dopo-Berlusconi? Bersani ha detto “Io sono qua, ho l’esperienza e la responsabilità per candidarmi, ma chi mi conosce sa che non metto mai me stesso davanti ai progetti”. E su Vendola non ha dubbi: “Non è l’’Obama bianco’, ma il Garcia Lorca con un linguaggio immaginifico e a volte barocco che piace. Ma io propongo un altro linguaggio perché al prossimo giro penso che sia da offrire al Paese qualcuno e qualcosa di cui fidarsi e non qualcuno e qualcosa da cui essere incantato”.
Quanto alle possibili alleanze ribadisce la sua linea: il Pd chiede a tutte le opposizioni di stringere un’alleanza basata su una piattaforma di interventi urgenti, riforme istituzionali e misure economiche e sociali, e «chi dirà di no dovrà spiegare come intende superare l’era-Berlusconi». Quanto ad una sua candidatura alla premiership del centrosinistra si dichiara pronto: «io sono qua, ho l’esperienza e la responsabilità per candidarmi, ma chi mi conosce sa che non metto mai me stesso davanti ai progetti».
Dal segretario Pd è arrivata anche un’ammissione personale: un libro in preparazione. “Se non ho mai scritto un libro è stato perché ho sempre pensato che bisogna avere l’umiltà di leggere prima di scrivere. Ma penso che questo è il tempo in cui chi ha qualche idea in testa per il Paese la deve mettere giù, è ora di parlare all’Italia. Voglio vedere comunque come finisce – ha ironizzato Bersani – magari con la fine del berlusconismo”.
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