LA LEZIONE DI FALCONE

Stamani a Roma abbiamo costituito il gruppo interparlamentare dei braccialetti bianchi anticorruzione. Lo abbiamo fatto nel giorno del ventunesimo anniversario della morte di chi, come Giovanni Falcone, ha combattuto la mafia attaccando frontalmente corrotti e corruttori. Nel pomeriggio sarò a Catania, dove al Palazzo di Giustizia sarà commemorata la figura di colui che intuì per primo che per indagare con successo le associazioni mafiose era necessario basarsi anche su indagini patrimoniali e bancarie, ricostruire il percorso del denaro che accompagnava i traffici ed avere un quadro complessivo del fenomeno. La tonnellata di tritolo fatta esplodere a Capaci ha interrotto il suo impegno contro la mafia e contro la corruzione e il malaffare, ma dimenticare la sua lezione di rigore nella ricerca di legami tra la mafia e corruzione sarebbe imperdonabile.

Il testo che riporto di seguito, tratto dal sito www.riparteilfuturo.it, invita noi parlamentari a rafforzare la legge anticorruzione modificando la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare: 257 deputati e 89 senatori hanno già aderito all’appello anticorruzione di Riparte il Futuro. Sono contento di esserci anch’io.
“La criminalità organizzata ha un forte interesse ad entrare nella politica. E alcuni politici hanno un forte interesse ad evitare la competizione elettorale. Un politico corrotto può ad esempio ottenere voti in cambio di denaro. Le organizzazioni criminali di stampo mafioso, infatti, riescono spesso ad avere un controllo diretto su dei bacini elettorali ma questo potrebbe essere troppo rischioso: la legge intercetta questa pratica e fornisce i mezzi per contrastarla. L’articolo 416 ter del Codice Penale punisce infatti il voto di scambio, se questo avviene attraverso denaro. ma c’è una scappatoia: al politico corrotto basta scambiare altri beni. Come promesse di informazioni su appalti, posti di lavoro per i clan presenti sul territorio, impedimento del lavoro delle forze di polizia, ma anche poltrone e cariche influenti. Incredibilmente questo non fa scattare il reato. Per combattere la corruzione dobbiamo modificare questa legge, ora”.

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