CARA di Mineo: il consorzio va sciolto e commissariato

Cara-di-mineoUn’ordine del giorno che mi vede come primo firmatario assieme ad altri 25 componenti: presentato in Direzione da Tania Spitaleri (Pd Giarre), è stato approvato con un solo voto contrario.

La Direzione Provinciale del Partito Democratico di Catania, attualmente in corso di svolgimento, ha accolto a maggioranza (solo un contrario e nessun astenuto) un ordine del giorno relativo al CARA di Mineo, che ho sottoscritto come primo firmatario. Il documento, che è stato presentato nel corso della Direzione da Tania Spitaleri (consigliere comunale di Giarre), rappresenta un forte impegno di tutto il gruppo dirigente dei Democratici etnei e degli eletti a tutti i livelli perché si chieda “lo scioglimento e il commissariamento del Consorzio” che gestisce il Cara di Mineo.

Le recenti vicende giudiziarie relative alla gestione del CARA di Mineo e connesse all’inchiesta Mafia Capitale impongono anche al Partito Democratico una profonda riflessione sui fatti in questione e una presa di posizione ferma e inequivocabile. Sulla vicenda Cara sono intervenuto più volte con diversi atti ispettivi indirizzati al Ministero dell’Interno. Il quadro che sta emergendo, infatti, descrive una gestione del CARA che appare da un lato piegata a interessi particolari attraverso l’utilizzo di procedure e modalità di conferimento degli appalti poco trasparenti (come affermato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione), dall’altro segnata da condizioni inumane e degradanti e quindi lesive della dignità umana, come testimoniato da molti articoli di stampa e anche da visite ispettive.

Più volte è stato evidenziato come la scelta da parte dell’allora Governo Berlusconi di costruire un modello di accoglienza basato su grossi Centri e non sull’accoglienza diffusa, rappresentasse in sé una decisione foriera di potenziali degenerazioni, con concentrazioni su un unico territorio di un numero enorme di immigrati e con un impatto sociale di difficile gestione, oltre che l’assunzione della gestione in poche mani dell’accoglienza in Italia. Nel documento si sottolinea inoltre “il rischio, anche alla luce delle più recenti vicende di terrorismo internazionale, che un numero così alto di persone da gestire in un solo Centro possa far sfuggire dal controllo eventuali fenomeni di radicalizzazione” e si mettono in evidenza infine “tutti i limiti della gestione affidata al consorzio dei comuni, in termini di adozione di atti e procedure ed il rispetto dei più elementari criteri di trasparenza”.

Per questo, l’ordine del giorno che ho sottoscritto assieme ad altri 25 firmatari, impegna il segretario provinciale Enzo Napoli e l’intera direzione Pd a mettere in atto azioni coordinate per chiedere lo scioglimento del Consorzio che gestisce il CARA, ma anche che la sua gestione venga posta in capo allo stesso Ministero dell’Interno e alle sue articolazioni territoriali. Il Pd chiede inoltre di superare “l’attuale modello di gestione con il ridimensionamento dei centri di accoglienza, favorendo modelli di accoglienza diffusa e si impegna a promuovere un’azione di verifica e rispetto dei diritti umani”.

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