Catania ha bisogno di un ritmo nuovo

Le scelte importanti che non possiamo più rinviare se vogliamo davvero che Catania si risollevi. Ne ho parlato con Giuseppe Bonaccorsi nell’intervista pubblicata stamattina da “La Sicilia”. Buona lettura.

 

«Catania ha bisogno di un ritmo nuovo»

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Per la Cittadella giudiziaria c’è un vincolo su palazzo delle Poste. Il ministero non accetterà che si ristrutturi un immobile altrui

Giuseppe Bonaccorsi
«Questa città ha bisogno di un ritmo diverso». Così la pensa ad inizio 2015 il deputato nazionale del Pd Giuseppe Berretta che, nel suo bilancio sul 2014 e sulle prospettive per il 2015 mette un pizzico di sale sulla coda del sindaco Enzo Bianco. Tra l’altro il rapporto tra i due esponenti del Pd non è certo idilliaco sin dai tempi della loro disputa per il candidato sindaco. «Leggendo l’intervista che il sindaco ha rilasciato al vostro giornale – esordisce il deputato – quello che emerge è che Bianco con grande onestà parla più del futuro che dei due anni trascorsi. L’unica cosa che mette a bilancio per l’anno passato è un incremento del 60% del numero di ingressi nei musei, ma quando si utilizzano le percentuali è sempre pericoloso».
Lei insiste sulla necessità di un ritmo diverso per far ripartire la città. Cosa intende?
«La verità è che c’è una crisi profonda e l’amministrazione ancora non è riuscita a cambiare verso. Parla, ad esempio, della questione della pulizia della città e dice che non è affatto soddisfatta. Quando lo stesso concetto lo avevamo espresso noi l’estate scorsa siamo stati tacciati di disfattismo. La verità è che in tema di rifiuti questa città va male da tempo. Poi c’è il caso del turismo che non decolla se tu non riesci a rendere la città minimamente appetibile. Se poi in tema turismo si fa riferimento al Pua, cioè il Piano Plaia, siamo davanti alla metafora della situazione di stallo. Si parla della Plaia da tempo immemorabile, come si fa per corso dei Martiri, ma in definitiva entrambi i temi restano incancreniti e fermi. Insomma mancano scelte e decisioni per la città. Tra l’altro sul Pua siamo davanti a una amministrazione che propone un atto in Consiglio e poi ha un deficit di capacità nel farselo approvare. Insomma siamo davanti a un problema politico dove manca anche la capacità di condividere insieme un progetto rispetto al quale si trovano le maggioranze non soltanto interne al Consiglio, ma anche con la città. Ad esempio sono rimasto colpito da alcuni episodi recenti, come quello che ha riguardato Antonio Presti che è uno che si è dedicato a questa città, ma è stato ignorato da questa amministrazione».
Nel rito della luce le autorità hanno detto che c’erano rischi…
«Ma i rischi si affrontano. Allora se questo è il metro cominciamo a chiudere tutti gli uffici comunali… E si gestiscono per tempo e in maniera oculata… Ma c’è dell’altro. Un altro esempio riguarda l’orchestra Falcone-Borsellino che opera a San Cristoforo sottraendo ragazzi alla manovalanza criminale, che non riesce a trovare una casa perché la soluzione indicata non si concretizza per ostacoli burocratici. Ora mi chiedo se ci sono ostacoli per trovare una sede per l’orchestra come si può pensare di fare cose più grandi? ».
E’ questo lo scenario che lei vede per la città?
«Io vedo questa situazione. E bisognerebbe mettere sul tavolo anche il tema della vivibilità della città, la questione del verde pubblico abbandonato, i problemi della scuola anche in termini di sicurezza e il tema dello sviluppo e dell’occupazione che è quello principale. Ora il sindaco dice che il suo sogno è andare a prende il caffè alla punta del molo foraneo. Il mio invece è che l’anno prossimo ci siano 10 mila ragazzi che comincino a lavorare. Insomma quanti appalti pubblici sono stati banditi in questo periodo? Ecco perché dico che c’è davvero bisogno urgente di un ritmo nuovo per la città, sia in termini di proposte, ma anche di persone da coinvolgere».
Qual è la cosa che teme di più?
«Lo stallo che già caratterizza la città nel suo complesso. Si tratta di uno scenario da evitare a tutti i costi».
Secondo il sindaco però molte cose sono state fatte e il 2015 si prevede pieno di novità.
«Prendiamo come esempio il quartiere di Librino. Si era detto che sarebbe stata una priorità. Ma sinora non è successo nulla. Ci sono cose da realizzare indicate da tempo ma nessuna si è concretizzata. Chessò la cittadella della Polizia…. Non si è fatto un passo avanti perché ci sono problemi oggettivi che nessuno affronta. E non è solo Librino, ma tutta la città nel suo complesso. Un altro esempio è la Cittadella Giudiziaria. Il sindaco Bianco ha detto che implicitamente c’è qualcuno che rema contro. Ma il problema è se quel progetto che ipotizzano come soluzione è effettivamente praticabile o no. Io mi auguro che sia praticabile, ma allora perché non lo portano avanti? ».
Lei quando era sottosegretario alla Giustizia si occupò del progetto per l’Ascoli Tomaselli.
«Nei fatti c’è un vincolo. Il palazzo delle Poste è stato acquistato con un finanziamento ad hoc con destinazione giudiziaria per 54 miliardi di vecchie lire. Ora da parte del ministero la disponibilità a togliere il vincolo esiste a condizione che si venda palazzo delle Poste e si acquisti un altro immobile. L’importante è che il finanziamento finisca per essere utilizzato per una sede giudiziaria. Se invece si vuole vendere il palazzo delle Poste e investire in un immobile della Regione il ministero delle Giustizia vorrà restituiti i soldi. Non accetterà che si ristrutturi un immobile altrui».
Il sindaco ha detto che esiste un protocollo firmato con la Regione…
«Il ministero non ha firmato alcun protocollo. Ora questo è un problema oggettivo e far finta che non esista è sbagliato».
In questo contesto si inserisce la politica. Da qualche anno, ad esempio, il Pd è in grande subbuglio. Ma un partito di maggioranza così importante se diviso non rischia di aggravare una situazione di stallo in città?
«I due anni di commissariamento del partito che abbiamo alle spalle hanno consegnato a un pressoché totale silenzio il Pd catanese. Il partito in quanto tale secondo me non esiste più. Ci sono i deputati, i consiglieri…, ma il Pd e il suo segretario provinciale sono come spariti. Tra l’altro adesso il segretario ha assunto anche il ruolo di segretario particolare dell’assessore Li Calzi, quindi sarà molto impegnato nell’attività amministrativa regionale. Per cui credo che fare al tempo stesso il segretario prov. del Pd e il segretario di un assessore regionale sia difficile da conciliare per non dire incompatibile. Il mio auspicio è che nell’anno nuovo si apra una fase diversa anche nel partito».
Cambiamo discorso. Lei è stato uno dei promotori della legge per i contributi per il Sisma 90. Le aziende però sono rimaste fuori
«Attendiamo il pronunciamento della commissione che deve chiarire che non si tratta di aiuti di Stato. Stiamo pressando affinché chiarisca al più presto».
02/01/2015

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