Caro Antonio,
oggi tocca a me trovare le parole giuste, tu lo hai fatto per me tante, tante volte, e so già che non riuscirò.
Detesto chi per ricordare una persona morta, parla di sè, dei suoi ricordi.
Oggi è diverso, il problema non si pone, io sono stato Antonio ed Antonio è stato Giuseppe, vicini, uniti.
Antonio è stato un grande uomo, un vero amico, lo zio del gruppo, uno straordinario intellettuale che sapeva, come sa l’intellettuale, secondo Pasolini, “che coordina fatti lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari, che ristabilisce la logica, là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero…”.
Duro lavoro quello dell’intellettuale, lavoro ingrato, come ingrata è stata la Città nei tuoi confronti, perché se è vero che l’intellettuale sa perché capisce, non sempre è compreso.
Quando abbiamo dato vita a questo nostro blog, per esorcizzare le paure dell’inizio di una nuova avventura umana e politica, abbiamo pubblicato un post dal titolo “Io non ho paura” nel quale tra l’altro hai scritto: “Io non ho paura perché il Partito Democratico è la nostra speranza, una speranza nella quale credere, da costruire giorno dopo giorno, casa per casa, testa dopo testa, mettendoci il cuore. Io non ho paura della mia normalità perché so che solo se tante persone normali decidono di mettersi in cammino insieme, è possibile conseguire risultati eccezionali”.
Superando le nostre paure, da quel giorno abbiamo fatto tanta strada e ti assicuro che il cammino continuerà.
S. Agostino quando perse la madre, disse: “Non rattristiamoci di averla persa, ma ringraziamo di averla avuta”, apparirà consolatorio, cara Gina, cari amici, ma abbiamo bisogno di consolazione e di tanta fede, e ringraziare Dio di avere avuto il dono di Antonio.
Ciao Antony Skyller, intellettuale generoso e ironico, utopista disilluso, entusiasta annoiato, comunista liberale, perché profondamente anarchico, ti vogliamo bene, ciao.
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