“Fiori dal cemento”, una storia di mafia lontana raccontata da vicino

“Fiori dal cemento” è un cortometraggio realizzato dal gruppo Scout “ J. Livingston” di San Damiano d’Asti. Si tratta della storia di un commerciante di Sessa Aurunca (Caserta), Alberto Varone, ucciso dalla camorra nel 1991. L’idea di fare qualcosa per dare una testimonianza a favore della legalità è venuta ai ragazzi sandamianesi (tutti di età compresa tra i 18 e i 20 anni) durante un campo di lavoro cui hanno partecipato lo scorso anno in una azienda agricola sequestrata alla mafia a Sessa Aurunca.

Stamattina al Viminale ho assistito alla proiezione di presentazione di “Fiori dal cemento”. E’ stato un emozionante momento di incontro con tanti ragazzi ed un bel modo per dare senso e significato alle iniziative che il Ministero dell’Interno intende mettere in campo per la tutela e la gestione trasparente ed efficace beni confiscati e per fare in modo che la loro immissione nel circuito dell’economia legale, sia sempre più efficace e, soprattutto, serva a costruire esempi positivi di cooperazione e di impegno sociale.

Quando Pio La Torre ebbe l’intuizione che la confisca dei beni ai mafiosi potesse rappresentare uno strumento indispensabile nella lotta alla criminalità organizzata aveva ben presente quanto dirompente sarebbe stato dirompente, dal punto di vista simbolico, sottrarre ai mafiosi i beni acquisiti attraverso la violenza, le illegalità e quanto sarebbe stato importante inserire quei beni nel circuito della legalità e restituirli a quelle comunità colpite, danneggiate, fino alla desertificazione, dalla presenza della illegalità diffusa e dalla criminalità.

Quella di “Fiori dal cemento” è due volte una bella storia. È la bella storia di Alberto Varone e della sua famiglia. La storia di uomo semplice di un lavoratore, che sacrificava tutto per la sua famiglia e non si risparmiava nel lavoro. Un uomo che ha difeso propria dignità, la propria libertà, che non ha accettato di diventare suddito del malaffare. Il suo no ai clan Alberto Varone glielo ha gridato in faccia, così come ha fatto Libero Grassi, che nello stesso anno in cui è stato ucciso Alberto Varone, ha pagato con la vita la sua ribellione ai signori del racket.

Ma “Fiori dal cemento” è anche la storia dei ragazzi di San Damiano d’Asti che al dovere della memoria hanno voluto affiancare il dovere dell’impegno.

Questi giovani avrebbero potuto ‘semplicemente’ – come se fosse poco – vivere diversamente la loro estate dedicandola al lavoro ed, invece, hanno deciso di non far terminare la loro esperienza in un ricordo.

Dall’esperienza a Sessa Aurunca i giovani del gruppo Scout “ J. Livingston” di San Damiano d’Asti si sono sentiti arricchiti e hanno deciso di condividere con altri i sentimenti e il segno che la storia esemplare di Alberto Varone aveva lasciato in loro. Anche per questi motivi credo che il cortometraggio rappresenti un gesto di grande generosità. Un gesto dall’alto valore morale e sociale che contribuisce in maniera rilevante a diffondere la cultura della legalità e della libertà. Le idee sono contagiose. E quando le idee sono basate su valori importanti come la libertà e legalità non conoscono confini.

Esistono ideali per cui molti uomini sono morti e tributare loro un ricordo, come abbiamo fatto oggi, è un dovere di memoria ma è anche un modo per dare un significato ed un valore al nostro impegno quotidiano nel lavoro, nelle istituzioni, nella società.

La mafia si può sconfiggere. È necessaria un’opera di repressione e di prevenzione di cui la confisca dei beni rappresenta un tassello fondamentale. Altrettanto importante è il movimento culturale e morale che deve coinvolgere tutti e specialmente le giovani generazioni. Penso che di questo tipo di processo, innescato dal sacrificio di quanti non si sono piegati ai ricatti degli estorsori, sia ormai inarrestabile e destinato a diventare parte integrante e stabile di una nuova cultura profondamente antimafiosa. Di questo non possiamo che rallegrarci tutti, specie se pensiamo alle nuove generazioni per le quali sarà, mi auguro, impensabile sottostare a forme di ricatto mafioso che hanno tenuto in scacco le generazioni precedenti.

Voglio dire grazie a quanti hanno contribuito alla realizzazione ed alla diffusione del cortometraggio “Fiori dal cemento” che è un modo per diffondere il seme della legalità e della libertà, che saprà crescere anche nel più arido dei terreni se potrà contare sull’impegno di giovani come i ragazzi del gruppo Scout “ J. Livingston” di San Damiano d’Asti.

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