Gabbie salariali, aumenta il divario fra Nord e Sud. Incurante della sua appartenenza ad un governo che, almeno in teoria, rappresenta tanto il Nord quanto il Sud Italia le proposte leghiste in materia di crisi e di salari sono state unidirezionali e mirate alla discriminazione dei territori meridionali.
L’incremento della busta paga padana rischia di essere l’ennesimo diversivo da problemi reali e , per la Lega, l’ultimo espediente per rimediare al pasticcio Malpensa. “Con le famiglie – replica il responsabile dell’area lavoro del Pd Cesare Damiano – e con i lavoratori non è lecito scherzare. La Lega farebbe bene a fare meno propaganda e a preoccuparsi dei problemi reali del Paese. Anziché agitare la bandiera delle gabbie salariali, oltreché le bandiere regionali, sarebbe utile per tutti affrontare il vero obiettivo: aumentare il potere d’acquisto delle retribuzioni che in Italia sono troppo basse anziché proporre di tagliarle ad una parte di lavoratori.
Le differenze salariali tra Nord e Sud già esistono: i dati degli artigiani di Mestre ci dicono che nel Centro-Nord hanno un valore superiore di quasi il 30%. Le diverse retribuzioni possono avere un significato se premiano competitività, produttività e qualità. Per realizzare questo obiettivo basta applicare il modello contrattuale esistente che prevede, con la contrattazione di azienda e di territorio di legare il salario ai risultati economici delle aziende”.
Quel Sud “fortunato”. E alla preoccupazione, almeno di facciata, per i problemi del nord corrisponde l’invidia per le “fortune” del Sud. E già, a sentire il ministro Calderoli la vita al Sud sarebbe molto meno cara. Allora qualcuno dovrebbe dire ai meridionali che non importa se le infrastrutture sono inesistenti ed incomplete, non importa se i redditi familiari sono spesso a di sotto della soglia di povertà, non importa se l’iniziativa privata e le istituzioni sono stritolate dalla stretta della mafia…al supermercato costa tutto meno! Informazione tra l’altro pervenuta solo a calderoni, e chissà da quale fonte, perché l’ultimo studio Nielsen mette nero su bianco che fare la spesa in un supermercato del Sud costa più rispetto al Nord.
“Dopo il putiferio scatenato con la sciocchezza delle gabbie salariali, gradiremmo conoscere l’opinione del ministro Roberto Calderoli e delle altre camicie verdi di fronte a questi dati” afferma Sergio D’Antoni, responsabile Mezzogiorno del Partito Democratico. “La vera gabbia che imprigiona il Mezzogiorno – continua – si chiama disoccupazione – aggiunge – . Nel meridione la stragrande maggioranza delle famiglie, quando va bene, vive con un solo stipendio, già inferiore mediamente del 30 per cento rispetto ai redditi settentrionali. Di fronte a questo stato di cose le ridicole sortite di Calderoli vanno prese esclusivamente per cio’ che sono: propaganda becera. La Lega cerca insomma di strappare un po’ di consenso al Nord cosi’ come Tremonti tenta di fare al Sud con la sua fantomatica Cassa del Mezzogiorno”.
La capogruppo PD al Senato rincara la dose: “Non so se quella di Calderoli sia una boutade estiva, una provocazione o una battuta per scaldare gli animi alle feste leghiste. Quello che so è che l’uscita del ministro ha subito provocato una reazione forte e contraria da parte degli uomini del partito del sud che appartengono alla sua stessa maggioranza. Ed è triste la situazione di un governo che per mantenersi vivo deve ricorre ai pompieri, come ha fatto questa mattina con le tante dichiarazioni in agenzia, per spegnere i fuochi leghisti e gli ardori degli uomini del partito del Sud. La verità è che questo governo non sta in piedi, schiacciato tra le spinte leghiste e i ricatti che vengono da Lombardo e da Miccichè. Le affermazioni di Calderoli forse ignorano che la maggior parte delle famiglie povere si trova al sud. O forse c’è qualcuno che vuole intervenire sul salario di chi già non ce la fa ad arrivare alla fine del mese? Piuttosto aspettiamo ancora dal governo il più volte annunciato Piano
per il Sud, strombazzato prima della chiusura del Parlamento come panacea per i mali delle regioni meridionali”.
(dall’articolo di Ivana Giannone – www.partitodemocratico.it 10 agosto 2009)
A me non scappa da ridere né per la follia delle gabbie salariali, né per la vicenda dei dialetti. Considero la Lega Nord una formazione politica di destra davvero assai estrema portatrice di disvalori profondi.
No, no, non crediate, ancora di follie ne può tirar fuori. Tipo quella dei dialetti da insegnare a scuola. Se non fosse gravissima come provocazione, mi scapperebbe da ridere.
Che vergogna questa storia delle gabbie salariali!!! Davvero il centrodestra sta raschiando il fondo del barile delle peggiori idee possibili.