Ha parlato di legalità e di periferie, di fuga dei giovani dall’Italia e di carceri, senza risparmiarsi nel rispondere alle domande e ai dubbi degli alunni dell’istituto omnicomprensivo “Pestalozzi” di Librino. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando è giunto questa mattina nella scuola di Catania, per partecipare ad un incontro su giustizia e legalità, alla presenza degli alunni delle Terze medie e del biennio dell’istituto Alberghiero, attivato da un paio di anni nel plesso di viale Nitta della “Pestalozzi”. Una bella manifestazione, alla quale abbiamo preso parte insieme al dirigente scolastico Emanuele Rapisarda e ai docenti, al Prefetto di Catania Silvana Riccio, al Sindaco Enzo Bianco, agli assessori comunali Angelo Villari e Valentina Scialfa, alle parlamentari nazionale e regionale Luisa Albanella e Concetta Raia. Particolarmente contento il preside Rapisarda, che ha ringraziato il ministro per la sua presenza, mentre il Sindaco Bianco dopo aver ricordato mio padre (“Paolo Berretta è stato una presenza importante per la lotta al degrado dei quartieri di Catania e all’evasione scolastica”) ha sottolineato “l’importanza di aver portato le scuole superiori a Librino, per dare opportunità e lavoro ai ragazzi, un impegno per cui ci siamo battuti tutti, scontrandoci contro burocrazia e corporazioni, ma ottenendo grandi risultati con numerosi iscritti”. E per il Prefetto Silvana Riccio, “qui a Catania il lavoro di squadra è forte ed è necessario per affrontare i tanti problemi della città”.
Orlando ha puntato l’attenzione proprio sulle periferie d’Italia, Librino come tanti altri quartieri: “Non esistono luoghi perduti per sempre, perché tutti possono essere occasione di riscatto e per farlo la politica deve accendere i riflettori su queste realtà – ha detto Orlando – Librino in questo senso ci offre una riflessione sugli errori che sono stati commessi in passato”. “Le periferie cadono nel degrado quando sono spente, il riscatto esiste laddove c’è la possibilità di avere luoghi di condivisione, di scambio, quando si creano comunità e la scuola è una comunità fondamentale: aprire una scuola, aprire un liceo a Librino è un modo per cambiare la realtà” ha proseguito Orlando.
Ha quindi risposto una ad una alle domande poste dai ragazzi. A Erika, preoccupata dalla “fuga dei cervelli” che svuota il nostro Paese di giovani, Orlando ha risposto con una proposta: “Invertire la rotta con investimenti pubblici, costruendo una Iri della conoscenza che trasferisca know how a chi vuole fare impresa nei luoghi più difficili”. E anche a Salvo e ad Andrea, che chiedevano “come facciamo a vivere nella legalità in un quartiere come questo?”, il ministro della Giustizia ha risposto con un’idea: “I parametri abitanti/servizi che si usano nella distribuzione delle risorse non possono essere gli unici a valere. In realtà periferiche come queste, e in particolare nel Sud, occorrono più servizi per i cittadini: più scuole rispetto ad altrove, più centri di aggregazione, più assistenti sociali, più maestri, più risorse in generale per le realtà degradate, perché qui gli abitanti hanno più bisogno”. Sollecitato da Giorgia – giovane studentessa che ha citato Beccaria – Orlando ha parlato di carceri, riduzione del sovraffollamento, funzione rieducativa delle pene e “del sistema carcerario minorile italiano, che è tra le migliori eccellenze europee con tassi di recidiva molto bassi”.
E infine, prima della partenza per Siracusa, Andrea Orlando ha visitato i laboratori dell’istituto alberghiero del plesso della “Pestalozzi”, gustando i tantissimi dolci preparati per lui dai giovani studenti e complimentandosi con i ragazzi: “La risposta migliore a ciò che di brutto vi circonda la state dando voi, studiando e specializzandovi”.
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