Il mio “Appello” ai diciottenni

Quand’ero ancora ragazzo scoprii un testo bellissimo e così moderno, attuale, ricco di significati con cui confrontarsi ogni giorno, nonostante avesse già tanti anni. Quel testo lo ho sempre con me e ho imparato, col tempo, che il modo migliore di utilizzarlo è semplicemente farlo vivere, raccontandolo a chi non lo conosce ancora, spiegandolo ai giovani che non lo hanno ancora scoperto. Quel testo è la Costituzione italiana. La Costituzione più bella del mondo, secondo me. Quella che regola il nostro vivere civile, quella che pensa al benessere degli italiani, quella che ci dà gli strumenti della democrazia. Ho deciso, proprio per renderla viva ancora una volta, di regalarne una copia ai ragazzi e alle ragazze di Catania che si affacciano alla maggiore età. Vorrei che loro, al compimento dei 18 anni, potesseno vivere questo momento come una festa tanto attesa ma anche come un traguardo importante: poter scegliere chi li rappresenta, poter esercitare un diritto fondamentale che è pure conquista faticosa e che dovremmo imparare a difendere meglio, con tutte le forze. E’ il diritto di decidere, con la propria testa e con il proprio voto, non delegando ad altri questo grande potere.   Questo mio piccolo regalo mi pare giusto condividerlo con voi, con chi ha voluto seguire questa nostra comune avventura. E scusatemi se preferisco questo mio modesto invito a rileggere la Costituzione a qualsiasi appello elettorale: spero che non ce ne sia più bisogno. Le ragioni per un voto all’Italia bene comune e a Bersani premier le trovate comunque nelle altre pagine. Qui ricordo la Carta fondamentale che garantisce la nostra democrazia e, quindi, anche il prossimo voto. Ecco a voi, quindi, la mia lettera ai giovani catanesi che accompagna la copia della nostra Costituzione. Seguita da un testo inviatomi da un ragazzo catanese che mi ha commosso e allo stesso tempo riempito d’entusiasmo perché ha per davvero “dato un senso a questa storia”, come canta Vasco Rossi e ha amato dire Pier Luigi Bersani.

Caro amico, cara amica,
il compimento dei 18 anni rappresenta una delle prime mete della tua vita. Fra le tante incombenze che avrai in dono vi sarà pure quella di esercitare il diritto al voto, sia per scegliere chi dovrà rappresentarti sia per decidere che vuoi essere tu a rappresentare la tua comunità. A breve i primi appuntamenti, prima per il rinnovo del Parlamento e poi per l’elezione del sindaco di Catania. Dovrai anche decidere se esercitarlo in pieno questo diritto o se stare a guardare, mentre altri decidono così anche per te. E’ un gioco che non ha eguali, la democrazia. Come la vita. Diceva Winston Churchill che la democrazia è un sistema pieno di difetti ma non ne conosceva di migliori. Io conosco invece l’ottima obiezione su cosa sia diventata la politica.
Lo so, la politica che vediamo in televisione è avvilente, sembra una corsa per l’arricchimento personale che deruba le nuove generazioni. In questi anni in cui sono stato in Parlamento l’ho visto con i miei occhi. Ma ho visto pure chi si è battuto per un’altra politica che preservasse il futuro e coltivasse la speranza. Quella che i miei genitori, i miei insegnanti migliori e i miei più cari amici mi hanno insegnato: stare dalla parte degli ultimi, degli umili, di chi fa fatica a vivere. E’ grazie a donne e uomini che fanno il loro dovere, che ogni giorno lottano per costruire un mondo migliore e una città più giusta e libera che ritrovo sempre le ragioni per andare avanti. Perché la politica è servizio, non ribalta per le velleità del singolo ma appassionante avventura collettiva.
Come quella che ci ha portato alla nascita nel quartiere di Librino, in Viale Castagnola, di un centro di aggregazione nel quale i cittadini possano incontrarsi, discutere dei propri problemi, ricevere ascolto, pensare a soluzioni, fare rete con le altre associazioni presenti nel territorio; cioè, ritornare ad essere comunità.
O all’incontro con l’associazione Sm@ll Onlus impegnata nella cura della Sclerosi Multipla, soprattutto dei ragazzi, attraverso la musicoterapia. Non avevano un tetto e li ho aiutati a trovare casa, dando così solo il mio piccolo contributo a una città più solidale, più attenta, migliore.
Per la “mala politica” queste persone non contano nulla. E invece sono tutto, sono il vero centro della buona politica, quella scritta nella nostra Costituzione, che è la più bella del mondo. E’ quindi con vero piacere civile che ti mando una copia della Costituzione della Repubblica Italiana.
Vuole essere un modo per darti il benvenuto in un mondo più adulto e per dirti che qui, in questa Costituzione, sta il tuo futuro. Qui, in questa Costituzione, stanno le regole che possono garantire la convivenza civile e la crescita culturale ed economica per costruire così la propria libertà e il proprio benessere. Pensando anche a quello degli altri, perché da soli non si va molto lontano.
Vigila, controlla che “i politici” (a partire da me) la rispettino, la applichino, la facciano vivere.
Sento spesso parlare di voglia di cambiamento. Ho imparato che assieme possiamo cambiare. Come abbiamo fatto in Sicilia eleggendo Rosario Crocetta Presidente della Regione. Ma niente sarà possibile se i giovani come te non prenderanno in mano il loro futuro e chiederanno a voce alta una nuova politica. Una politica che serve e che non “mangia”; una politica che costruisce e non distrugge; una politica che non pensa agli “amici”, ma che pensa a tutti i cittadini onesti.
Ora sai che sono a tua disposizione, per cambiare insieme il nostro futuro.

Giuseppe Berretta

Salve on. Giuseppe Berretta,

Se, in qualche modo, volesse ricavare dei voti da parte mia attraverso la sua lettera le devo miseramente annunciare che si sbaglia. Purtroppo farò gli anni a giugno, precisamente il 19, il che mi tiene lontano dal voto per il parlamento italiano che si terrà nei prossimi giorni. Con rammarico le annuncio questo perché mi sarebbe davvero piaciuto essere partecipe all’elezione dei nostri rappresentanti nazionali. Sono, a differenza di molti alti giovani, molto vicino alla politica. Conosco la nostra costituzione, seppur non a memoria. È mio parere personale che più che conoscere perfettamente ogni passo di essa bisogna comprenderla, capirla, e non recitarla a memoria come se fossimo macchine. Collaboro con diverse associazioni portando le mie idee all’interno di esse e creando gruppi antimafia e volontariato all’interno dell’istituto e non. Faccio parte dell’associazione studentesca “nuovi studenti” che mi supporta nell’organizzazione di tutto il materiale. Siamo un gruppo di giovani che si impegnano per migliorare, nel nostro piccolo, la società. Proprio a tal proposito stiamo proponendo una lista civica alle elezioni della seconda municipalità di Catania, territorio nel quale siamo maggiormente attivi. Cosi come lei mi ha spiegato cosa ha fatto durante i suoi anni in carica le ho spiegato cosa faccio io. Le scrivo dunque questa e-mail per chiederle alcune informazioni sul partito: vorrei fare parte della selezione giovanile del PD e approfitto della sua lettera per prendere dei contatti. Infine la esorto a far bene il suo lavoro qualora fosse confermato per la camera dei deputati, prendendo e votando provvedimenti che servano al popolo. Come ha detto lei, la politica è un servizio. Secondo me, oltre che servizio è passione, è un bene. È il bene che serve al cittadino e non va usato per interessi personali o per interessi di società SPA. Purtroppo ultimamente si è perso il vero valore di questa, rendendola marcia e disgustosa. Mi auguro che gente che ci crede davvero, come me, possa avere l’opportunità e la fortuna di rappresentare il paese in scopo del bene del popolo.

Mi scusi se ci sono errori grammaticali ma scrivo da un telefono abbastanza limitato.

Attendo una sua risposta.

Cordiali saluti, Simone Di Stefano.

1 comment to Il mio “Appello” ai diciottenni

Leave a Reply