In provincia di Catania l’economia va in cenere

“CONTRIBUTI CENERE” 2002: DECINE DI IMPRESE DELLA PROVINCIA DI CATANIA A RISCHIO FALLIMENTO A CAUSA DEL DIETROFRONT DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

E’ inammissibile l’improvviso dietrofront dell’Agenzia delle Entrate, che sta colpendo i contribuenti catanesi che furono penalizzati dal fenomeno della cenere vulcanica dell’Etna del 2002. A maggior ragione in un momento di profonda crisi come quello che stiamo attraversando, non si può consentire che il fisco sia la causa del fallimento di decine e decine di imprese”.

In questi giorni ho presentato – anche grazie alle puntuali notizie fornite dal dott. Antonio Pogliese, noto e stimato professionista catanese – un’interpellanza al ministro dell’Economia Mario Monti per sollecitare chiarimenti urgenti sulle azioni messe in atto dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di quelle imprese della provincia di Catania che ottennero i contributi per i danni subiti dalla pioggia di cenere lavica.

In pratica, l’Agenzia delle Entrate sta sottoponendo a verifica i contribuenti che furono interessati dal fenomeno del 2002, per accertare se abbiano pagato le tasse sulle quote di contributi non pagate proprio grazie alle agevolazioni per i danni causati dalla cenere vulcanica.

Di fatto, quindi, il fisco applica un’evidente inversione di rotta rispetto a quanto aveva stabilito in occasione del sisma del 1990 di Santa Lucia perché in quella occasione l’Agenzia delle Entrate aveva adottato un orientamento che dichiarava l’assoluta neutralità fiscale delle plusvalenze derivanti dalle provvidenze per ciò erogate.

Un cambiamento di orientamento che comporterebbe sanzioni nei confronti dei contribuenti per importi rilevanti, che avrebbero come conseguenza in molti casi il fallimento di numerose attività economiche della provincia di Catania. Ad essere interessate in particolare sono le aziende di 13 comuni etnei: Belpasso, Ragalna, Nicolosi, Santa Venerina, Zafferana Etnea, Acicatena, Linguaglossa, Milo, Sant’Alfio, Acireale, Castiglione di Sicilia e Piedimonte Etneo.  Non possiamo consentire che le aziende siciliane vengano penalizzate, soprattutto in un periodo di pesantissima crisi economica come quello che stiamo attraversando, ma è ancora più grave che ad essere danneggiati siano contribuenti che erano considerati oggetto di agevolazioni proprio perché indeboliti da una calamità.

Per questo è necessario un intervento immediato del Governo, anche per evitare che il fisco dia simili segnali di vessazione ai contribuenti onesti.

 

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