I dati forniti dalla Regione sulla chiusura del bando delle Zone Franche Urbane in Sicilia presentano, purtroppo per Catania, una scarsa adesione del quartiere di Librino a questa iniziativa, con sole 218 richieste. Un numero che non soddisfa, specie se messo a confronto con le domande presentate in altre realtà come Messina (con 792 domande), Acireale (671), Barcellona Pozzo di Gotto (566), Trapani (480), Bagheria (454), Termini Imerese (449), Gela (419) e Vittoria (525). In sostanza solo Brancaccio ha fatto peggio, con 160 domande. Evidentemente è mancata finora una politica complessiva per il rilancio del quartiere catanese capace di dare un concreto segnale di una città che vuole scommettere su Librino e sui suoi tanti abitanti.
Sarebbe stato importante far comprendere, anche per il tramite delle organizzazioni di categoria, l’importanza delle Zfu in una realtà come quella del popoloso quartiere catanese. Attraverso la promozione e la nascita di nuove aziende e nuove attività a Librino, infatti, Catania tutta avrebbe trovato nuove opportunità di crescita, si sarebbe potuto avviare un modello di sviluppo che includesse da protagonista anche la periferia e si sarebbe potuta affermare una visione d’insieme della città che invece ancora stenta a venire fuori. Comunque 218 domande costituiscono una base di partenza. Ora è importante che si dia seguito rapidamente alle richieste che sono giunte. Tuttavia resta l’amarezza per un’occasione che avremmo potuto e dovuto sfruttare con maggiore coraggio.
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