A parità di voti, l’aula della Camera respinge l’approvazione del processo verbale di ieri. A chiedere di metterlo in votazione era stata l’opposizione, perchè mancante dell’«increscioso episodio» relativo a La Russa. Messo ai voti, il risultato è stato di parità e Fini ha spiegato che si intendeva respinto. Poichè la maggioranza si era espressa contraria al voto, è stata battuta.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato colpito alla testa da un giornale che gli è stato tirato addosso da un deputato del Pdl mentre lasciava l’Aula di Montecitorio dopo la bocciatura del processo verbale. Il giornale ha colpito in pieno il presidente della Camera, che ha individuato il «lanciatore», con il quale ha avuto uno scambio di battute. Nel frattempo, dai banchi del Pdl in tanti gridavano a Fini «Dimissioni, dimissioni».
La maggioranza non ammette sconfitte
«Tutte le barzellette hanno un inizio e una fine, oggi è finita quella sull’imparzialità del presidente Fini». Così il vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera, Massimo Corsaro, commenta il voto sul processo verbale che l’aula ha respinto. Accanto a lui, in Transatlantico, Osvaldo Napoli: «È stato scorretto dal punto di vista istituzionale, si dovrebbe dimettere».
Bersani: non si può aspettare i comodi dei ministri
«Nella mia pur non lunga vita parlamentare non ho mai visto una votazione così lunga. Il Parlamento non può aspettare i comodi dei ministri che arrivano a uno a uno a votare, lasciando il Consiglio dei ministri. Non si azzardino a lamentarsi». Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, è netto sulle prevedibili proteste della maggioranza per la votazione che l’ha visto sconfitta. «Erano assenti anche alcuni dei nostri» spiegano altri deputati Pd. Il capogruppo Franceschini, da parte sua, definisce «uno spettacolo indecoroso» la scena dei ministri che «lasciano il Consiglio dei ministri per votare il processo verbale»
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