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Care amiche e cari amici,

l’attività in Aula è ancora intensa, anche se il clima da vacanze si avvicina e la scuola è finita da qualche settimana, come sa bene chi come me ha dei figli.

Oggi proprio di scuola voglio parlarvi. Già, perché la scuola così come la vorrebbero i ministri Gelmini e Tremonti è proprio finita. Un gioco di parole che mi sarebbe piaciuto non utilizzare mai, ma guardando con lucidità quello che sta accadendo nel mondo dell’istruzione non se ne può fare a meno. I tagli del ministro Tremonti, la cosiddetta riforma della scuola del ministro Gelmini stanno producendo effetti devastanti sul futuro dei nostri figli e sulle speranze di intere generazioni di docenti. Soprattutto in Sicilia, dove in migliaia perderanno il lavoro e dove molti lo hanno già perso. Ultimamente mi sono rivolto in più di un’occasione alla Gelmini, presentandole casi serissimi sollevati da genitori preoccupati o da insegnanti angosciati per il proprio futuro. Vi propongo i miei interventi, che hanno riguardato la drastica riduzione delle ore di sostegno per gli alunni disabili, il rischio per un’intera classe di concorso – quella dei docenti di musica – di perdere il lavoro, ma anche i gravissimi tagli delle classi a tempo pieno dal prossimo anno.

L’approccio del governo nei confronti della scuola è semplicemente ragionieristico. Un criterio purtroppo utilizzato in ogni ambito dell’azione di governo: la scuola come la cultura, il pubblico impiego come i servizi ai cittadini. E’ quello che stanno facendo con la manovra finanziaria: una manovra sbagliata e ingiusta, una manovra da cambiare come tutto il PD ha ribadito a Roma, lo scorso 19 giugno, durante la manifestazione del Palalottomatica. E, giusto per fare esempi concreti su come sarebbe possibile cambiare questo Paese, ecco le proposte del PD per provare a inserire elementi giusti nella manovra sbagliata del centrodestra: vi ricordate le “lenzuolate” di liberalizzazioni di Bersani?

Vi propongo, inoltre, alcuni miei interventi su questioni che riguardano migliaia di siciliani: il dramma degli oltre 22 mila precari degli Enti locali della Regione – che il solito Tremonti vorrebbe cancellare – e quello, seppur molto diverso, vissuto dalle marinerie siciliane a causa di divieti paradossali.

Vi lascio con una considerazione personale, che spero possiate condividere con me e con i tanti – iscritti o semplici “amici” del PD – che ho incontrato ultimamente e che hanno manifestato il loro entusiasmo. L’entusiasmo per un partito che adesso ha tutte le carte in regola per tornare ad essere vero protagonista: dopo l’elezione del segretario provinciale, con la riconferma di Luca Spataro, ora il PD ha un nuovo segretario cittadino, Saro Condorelli, e un nuovo capogruppo in consiglio comunale, Saro D’Agata. Tocca a loro, e a tutti noi, saper ripartire per costruire una vera alternativa.

Grazie, come sempre, per la vostra attenzione e alla prossima newsletter.

Giuseppe Berretta.