È stato drammatico e preoccupante l’esito dell’ispezione a sorpresa effettuata oggi nel centro di accoglienza di Giarre dal presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema dell’accoglienza ai migranti: condizioni che il presidente della Commissione, Gennaro Migliore, ha definito senza mezzi termini “indecenti”. Per questo assieme alla capogruppo del Pd al Comune di Giarre Tania Spitaleri, abbiamo chiesto più vigilanza su questa ennesima struttura finita sotto i riflettori per le condizioni – pare – poco umane in cui sarebbero costretti a vivere tantissimi migranti.
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Sulla discarica Valanghe d’Inverno, quella tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, sappiamo bene quante polemiche ci siano state, quante lotte siano state condotte (da sindaci, cittadini e comitati). Con un unico obiettivo: chiudere definitivamente un impianto – a pochi passi da centri storici – che invece sembra avere una portata inesauribile. Un impianto la cui gestione è commissariata da mesi, da quando la Prefettura di Catania ha nominato una terna di commissari straordinari a seguito delle note vicende giudiziarie in cui è coinvolta la ditta Oikos. Bene, dopo tante voci sussurrate, dopo le denunce pubbliche del sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo, ho semplicemente chiesto al Prefetto di Catania Maria Guia Federico di fare chiarezza, fugando ogni dubbio. La domanda mi sembra lecita: è pensabile che i tre commissari nominati dal Prefetto di Catania per gestire la discarica Oikos arrivino a guadagnare 90 mila euro al mese ciascuno?
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Un progetto di pedonalizzazione di un tratto della via Dusmet in prossimità di porta Uzeda. La proposta è dell’architetta Pace ed è stata illustrata qui da Meridionews. Un’idea innovativa a costo contenuto che renderebbe vivibile uno degli scorci più belli di Catania. Per cambiare il volto alla città e per rendere fruibili le sue bellezze ai cittadini e ai turisti a volte basta veramente poco e questo caso ne è l’esempio lampante.
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Vigilare sulla correttezza dell’operato del comitato provinciale di Catania della Croce Rossa, con particolare riferimento ai servizi sanitari gestiti dalla CRI all’interno del Cara di Mineo.
È quello che chiedo in una interrogazione parlamentare che ho presentato oggi rivolta al Ministero della Salute, che ha funzioni di vigilanza sulla Croce Rossa Italiana.
Nell’interrogazione rivolta al ministro Beatrice Lorenzin scrivo che il comitato provinciale della CRI è parte integrate dell’Ati che si è aggiudicata l’appalto complessivo per la gestione di tutti i servizi all’interno del Centro di accoglienza di Mineo.
Una gestione sottoposta a verifiche da parte della magistratura nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale e su cui l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha chiesto la revoca dell’appalto, rilevando diversi profili di illegittimità.
All’interno del Cara i servizi di tutela sanitaria sono gestiti dalla Croce Rossa Italiana, che è parte integrante di quell’appalto e percepisce circa 1 milione 700 mila euro l’anno, 5000 euro al giorno, per erogare i servizi sanitari nella struttura di Mineo.
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