Processo breve: Ostruzionismo ad oltranza

su Repubblica.it il resoconto della giornata di ieri, e le anticipazioni su cosa succederà oggi.

L’opposizione riesce a ritardare i lavori, ma la maggioranza insorge e spinge il presidente della Camera a correre ai ripari. Cdm convocato domani all’ora di pranzo per approfittare della pausa nei lavori di Montecitorio. Napolitano risponde a un cittadino dell’Aquila che chiede di fermare la norma. Oggi discussione al Csm su testo che parla di “amnistia di fatto”

Pd in trincea: "Ostruzionismo ad oltranza" Fini, pressato dal Pdl: pronto a ridurre i tempi ROMA – E’ un vero e proprio fuoco di sbarramento, un ostruzionismo “preventivo”, quello scatenato questa mattina a Montecitorio dalle opposizioni nel tentativo di bloccare il cammino parlamentare del processo breve. Prima ancora che sul contestato provvedimento legato alle esigenze processuali di Silvio Berlusconi, la battaglia si sta svolgendo sul processo verbale della seduta di ieri. Lo scopo è quello di bloccare i lavori della Camera, facendo slittare il previsto esame del testo sul processo breve.

Intanto dall’Aquila una battuta del capo dello Stato in risposta a un cittadino abruzzese fa capire quante perplessità istituzionali circolino sulla vicenda. Lo dimostra anche il Consiglio Superiore della magistratura che a larga maggioranza ha definito la legge una “sostanziale amnistia” 1 per i processi in corso e inciderà soprattutto su quelli riguardanti i reati contro la pubblica amministrazione e la corruzione.

Battaglia in aula. Dopo che è stato letto il verbale, tutti i deputati delle opposizioni che sono intervenuti nella seduta di ieri, e che sono stati quindi citati nel verbale stesso, hanno chiesto di intervenire per una precisazione su come vada correttamente riportato il proprio intervento. Il tutto appellandosi ad un articolo del regolamento (il numero 32, comma 3) che permette questo. Complessivamente i deputati di opposizione che, in base al regolamento, possono intervenire sono una cinquantina. Considerato che ciascuno ha a disposizione cinque minuti per parlare, gli interventi sul processo verbale possono andare avanti per 250 minuti circa, pari ad oltre quattro ore: il che vuol dire che la mattina sarà sostanzialmente dedicata solo al processo verbale.

La manovra ostruzionistica è stata preparata da ieri: sulle disposizioni a favore dei piccoli comuni erano stranamente intervenuti diversi deputati di opposizione malgrado il testo fosse condiviso con la maggioranza. Serviva a “accumulare” possibili oratori sul processo verbale nella seduta di oggi. Prima di arrivare al processo breve, l’Aula ha in calendario la legge comunitaria e la nuova normativa sulla contabilità dello Stato.

“Sì, stiamo utilizzando ogni mezzo a nostra disposizione, regolamento della Camera alla mano, per impedire che le leggi a favore soltanto di Berlusconi vengano approvate. Il paese deve sapere che il Pd, nelle piazze ieri e in Parlamento oggi, dice no al processo e alla prescrizione breve”, dice Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati democratici. “La maggioranza – aggiunge – si rassegni e si rassegnino i ministri. Devono star seduti in aula per garantire una maggioranza numerica che da tempo non è più maggioranza politica. Il Consiglio dei ministri convocato nell’interruzione dei lavori a Montecitorio, dalle 13,30 alle 15 di domani, è una resa”.

Con una decisione inedita la riunione del governo in calendario per domani è stata infatti convocata “dalle 13,30 alle 15” proprio per garantire la presenza di tutti i ministri in aula.

In questa fase di ennesimo muro contro muro a proporsi come possibile mediatore è Futuro e libertà. “Stamani siamo davanti ad un ostruzionismo parlamentare che ha a che fare con un dato politico. Finisce tutto se qualcuno dalla maggioranza si alza e ci assicura che una volta approvato il processo verbale si passerà al normale ordine del giorno, e cioè all’esame della legge comunitaria senza rinviarla in commissione e solo alla fine al processo breve”, spiega il capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova.

Proposta davanti alla quale la Lega per tutta risposta ha rilanciato la sua battaglia contro Gianfranco Fini. Da tempo insofferente per la permanenza del leader di Fli alla guida di Montecitorio, il Carroccio ha colto al volo gestione dei lavori di oggi in aula per riaccendere la polemica. “Stiamo valutando iniziative, non sappiamo ancora quali”, dice il capogruppo Marco Reguzzoni, in quanto “quello che sta succedendo oggi è letteralmente inaccettabile, in 50 anni di storia repubblicana non era mai successo che si passasse un’intera mattinata a discutere del processo verbale, e se questo succede dipende esclusivamente da Fini”.

Chiusura a qualsiasi soluzione di compromesso anche da parte del Pdl. Per superare l’ostruzionismo dell’opposizione, ha spiegato il vicecapogruppo Massimo Corsaro, la maggioranza intende seguire la strada delle sedute notturne. “Possiamo chiederla direttamente in aula giorno per giorno, e già stasera è probabile che si proseguirà a lavorare fino a mezzanotte”, ha sottolineato.

Pressioni che alla fine hanno prodotto il risultato desiderato. Fini ha annunciato infatti che se nel corso dell’approvazione del processo verbale “dovessero riproporsi nelle prossime sedute situazioni analoghe, la presidenza della Camera, in mancanza di una espressa previsione regolamentare sulla durata degli interventi, ridurrà il tempo massimo degli interventi in relazione al numero degli iscritti a parlare”.  Presa di posizione che la maggioranza ha considerato comunque “tardiva” mentre le opposizioni l’hanno definita “inopportuna”.

Malgrado lo stop di Fini alla tattica parlamentare escogitata oggi, il Pd annuncia di non voler rinunciare all’ostruzionismo, anche in caso di seduta notturna a oltranza. Parlando ai deputato del grupp, il presidente Dario Franceschini ha ribadito che il Pd utilizzerà “tutti gli strumenti regolamentari per ostacolare” il prosieguo dei lavori, e impedire quindi l’approvazione del processo breve. Franceschini ha avvertito i propri deputati a prepararsi alla seduta notturna, eventualmente anche ad oltranza, se la maggioranza lo chiederà. Ma non ci saranno “patti”, ha spiegato, come talvolta accade per evitare le sedute ad oltranza.

Napolitano: “Faccio ciò che posso”.  “Presidente, non consenta la prescrizione breve e il processo breve. Glielo chiedo in ginocchio. Faccia di tutto”. Così un cittadino dell’Aquila si si è rivolto al Capo dello Stato, in visita a due anni dal sisma. “Questo lei non deve dirmelo. Conosco le questioni e le seguo come posso”, ha risposto il presidente.

Processo lunghissimo. Oggi intanto, proprio mentre alla Camera ci si dava battaglia sul processo breve, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato l’emendamento presentato dal capogruppo del Pdl in Commissione Franco Mugnai, che allunga di fatto “a dismisura”, come osserva l’opposizione, i tempi del processo. “Questa misura – spiega Luigi Li Gotti (Idv) – potrebbe avere gravi effetti sul processo Mills visto che la sentenza già passata in giudicato non potrebbe più avere valore di prova definitiva anche nel troncone del procedimento riguardante Silvio Berlusconi”.

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