Questione di trasparenza

Mai come in questo periodo si sono levate così tante voci che all’unisono richiedono trasparenza. Trasparenza nei comportamenti di chi riveste ruoli istituzionali, trasparenza negli stipendi dei parlamentari. Una richiesta, questa, più che giusta e ben motivata – come ho avuto modo di dire anche qualche settimana fa – dall’esigenza che le regole siano uguali per tutti. Certo c’è qualcosa che non va se poi il termine trasparenza viene declinato come piace alla Lega, che punta il dito contro Monti per un cotechino a Capodanno (!!!) ma fino a qualche tempo fa ignorava ben altri usi e costumi berlusconiani. Se parliamo di trasparenza e di utilizzo di denaro pubblico, o meglio di incertezza sul modo in cui questo viene speso, allora potremmo aprire decine di capitoli, tutti davvero importanti. Chissà, magari questo potrebbe essere il primo di una serie di appuntamenti su questo blog. Oggi partiamo dal Coni, ente di cui nessuno si occupa mai.
Ho presentato infatti una interpellanza (ero primo firmatario, a sottoscriverla con me i collegi del Pd Boccuzzi, D’Incecco e Misiani) sull’utilizzo dei 17 milioni di euro di contributi che il Coni versa annualmente agli enti di promozione. Già, ma cosa sono esattamente questi enti di promozione e come vengono spese queste risorse? Sulla prima domanda è facile rispondere, basta dare un’occhiata agli statuti e ai siti web di svariate associazioni e organizzazioni che nascono con lo scopo di promuovere lo sport e l’integrazione. Ma se tutto questo è vero, perché gli enti di promozione del Coni non rendono pubbliche le modalità di utilizzo dei fondi? Facciamo solo qualche esempio sugli enti che ricevono i finanziamenti. Uno di questi si chiama Alleanza Sportiva, è presieduta da Claudio Barbaro (deputato del Fli) ed è da sempre vicina alla ex Alleanza nazionale. Bene, come viene speso – abbiamo chiesto al ministro per lo Sport Piero Gnudi – il milione e 200 mila euro del Coni affidato ad Asi? Non lo sappiamo, come nulla si sa dei bilanci e dei soldi affidati ogni anno ad un ente molto vicino a Confindustria. Né del contributo (un altro milione e 200 mila euro) affidato alla Sport Padania. Ente con sede guarda caso in via Bellerio e il cui presidente onorario – che coincidenza – è Umberto Bossi. Ma come, la stessa Lega che lotta contro “Roma ladrona”…

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