Un confronto aperto che ha coinvolto i principali attori della sanità catanese e la deputazione etnea del Partito Democratico. Un dibattito tecnico e approfondito, ma che ha toccato argomenti e problematiche quotidianamente vissute dai cittadini e dagli operatori sanitari.
Si è svolto ieri pomeriggio, alla presenza del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, il convegno organizzato dall’associazione Equomed su “Sanità: quali prospettive per il diritto alla salute” che ha riunito al Policlinico di Catania esponenti della classe medica catanese, i deputati nazionali del Pd, rappresentanti delle istituzioni, ma in cui si è dato spazio durante la discussione anche ad esponenti del mondo sindacale, degli studenti, delle professioni sanitarie. Molti i partecipanti all’iniziativa, che ha visto la presenza di circa 200 partecipanti.
Assieme al sottosegretario De Filippo (al centro nella foto), ad animare il dibattito – coordinato dal presidente di Equomed Gaetano Palumbo – eravamo in tanti: insieme a me c’erano il presidente della Scuola della Facoltà di Medicina, Francesco Basile,il presidente dell’Ordine dei Medici di Catania Massimo Buscema, i deputati nazionali Giovanni Burtone e Luisa Albanella, il responsabile provinciale Sanità del Pd Gaetano Aiello. Nel corso del dibattito, introdotto dai saluti del Rettore Giacomo Pignataro e del sindaco Enzo Bianco, sono stati affrontati i principali “nodi” della sanità catanese e siciliana, guardando i problemi del servizio sanitario nazionale dalla prospettiva del Mezzogiorno. Questioni irrisolte che, come ho sottolineato, riguardano in primo luogo il fenomeno della migrazione sanitaria: l’obiettivo che deve vederci tutti impegnati è vincere il luogo comune che in Sicilia il miglior medico sia l’aereo. La sfida vera è far diminuire il numero di viaggi della speranza e far sì che la Sicilia, e Catania in particolare, diventi un polo di attrazione sanitaria per tutto il Mediterraneo, valorizzando le nostre eccellenze.
Da risolvere anche la questione del precariato medico, “che soprattutto in Sicilia – ha sottolineato Palumbo (nella foto, a destra) – crea moltissimi disagi a tanti giovani medici che non vedono prospettive di stabilizzazione, pur garantendo molto spesso la sussistenza di interi reparti ospedalieri”.
Per il deputato nazionale Giovanni Burtone “non è accettabile che ancora oggi nelle varie regioni italiane la sanità abbia velocità diverse, a partire dal costo dei farmaci”: “Per questo sono convinto che la madre di tutte le riforme sia quella del titolo V della Costituzione, per riaffermare l’uniformità del diritto alla salute per tutti i cittadini, un diritto previsto dalla nostra Costituzione”.
Durante il confronto, durato un paio di ore e aperto anche ad interventi del pubblico, il sottosegretario alla Salute De Filippo ha avuto modo di ascoltare con attenzione le tante questioni irrisolte della sanità catanese e le relative proposte emerse durante il dibattito: da quelle relative ai processi di razionalizzazione dei presidi medici territoriali alle difficoltà vissute dalle operatrici psichiatriche da quelle degli studenti della facoltà di Medicina alle esigenze esposte dagli esponenti del mondo accademico relative alla necessità di una migliore programmazione per la formazione delle professioni sanitarie.
“Fino al 2014, nonostante gli sforzi dei Governi precedenti, il nostro è stato un Paese che ha conosciuto solo tagli al fondo sanitario, aumento di ticket e tasse nuove per finanziare il Servizio sanitario nazionale – ha sottolineato De Filippo nelle sue conclusioni – Il 2014 invece è l’anno della svolta, dell’inversione di tendenza: ci saranno risorse certe per il 2014, 2015 e 2016, miglioramento della rete ospedaliera, più servizi sul territorio e nuove risorse umane”. E sulla questione del precariato nella sanità, De Filippo ha garantito: “Ho proposto ai sindacati di far sì che una parte dei precari venga avviata a stabilizzazione, ma farò in modo anche di utilizzare lo strumento della Legge di stabilità o altri veicoli normativi per costruire un meccanismo più ampio di stabilizzazione”.
Ho letto il resoconto dell’incontro sulla Sanità, per altro molto stringato, ma forse è tale l’impressione di una addetta ai lavori che non vi ha potuto partecipare.
Avrei sicuramente gradito un resoconto che parlasse di riorganizzazione intesa non come mera riduzione dell’esistente ma come ottimizzazione delle risorse umane. Ad esempio perchè mantenere nelle aziende e sul territorio una miriade di ambulatori generalistici che si sovrappongono uno all’altro consumano risorse che devono essere “sminuzzate” tra tutti?
Forse perchè anche qui si devono perpetuare piccoli interessi personali?
Grazie
Maria Teresa Mughini