Slitta di sei mesi il pagamento dell’IMU sui terreni agricoli e c’è la garanzia – da parte del Governo – di modificare i criteri di applicazione dell’imposta. Una buona notizia che è arrivata ieri, in seguito alle pressioni del gruppo Pd alla Camera dei Deputati per risolvere un’incongruenza che avrebbe causato pesanti disparità tra i possessori di terreni agricoli anche molto vicini e che non avrebbe tenuto in considerazione gli agricoltori delle zone svantaggiate o colpite ad esempio dal maltempo.
Pochi giorni fa anche io ho sottoscritto la lettera inviata al Presidente del Consiglio Renzi e ai ministri dell’Economia e delle Politiche agricole Pier Carlo Padoan e Maurizio Martina (primi firmatari i deputati Massimo Fiorio, Walter Verini e Enrico Borghi) in cui si metteva in discussione appunto il parametro altimetrico adottato per l’applicazione dell’imposta, che non tiene conto delle peculiarità territoriali e delle coltivazioni: l’applicazione del tributo prevedeva l’esenzione indifferenziata solo per i terreni montani al di sopra di 600 metri d’altitudine, esenti invece quelli coltivati da imprenditori agricoli professionisti e coltivatori diretti tra i 600 metri e i 281 metri d’altitudine, mentre al di sotto dei 281 metri erano tutti tenuti all’intero versamento. L’esenzione IMU sarebbe passata quindi dai precedenti 3.500 comuni a 1.500, con il rischio che terreni molto vicini tra loro, ma appartenenti a comuni diversi, pagassero tasse differenti. Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ieri ha divulgato una nota che annuncia il rinvio dell’IMU sui terreni agricoli, il cui termine di pagamento era previsto per il 16 dicembre. Una vittoria del Pd e degli imprenditori agricoli.
Ecco qui di seguito la lettera del 3 dicembre scorso:
OGGETTO: DECRETO IMU TERRENI AGRICOLI
Egregio Presidente,
Egregi Ministri,
come ben saprete l’articolo 22, comma 2 della Legge numero 89 del 2014 prevede l’emanazione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il dicastero dell’Agricoltura, dell’applicazione dell’Imu sui terreni.
Tale decreto, in vista della scadenza del 16 dicembre per il versamento dell’Imu, dovrà quindi individuare i comuni nei quali, a decorrere dal periodo di imposta 2014, si applicherà l’esenzione sulla base dell’altitudine dei rispettivi edifici comunali, “eventualmente diversificando tra terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti alla previdenza agricola, e i restanti terreni, in modo tale da ottenere un maggior gettito complessivo non inferiore a 350 milioni di euro a decorrere dall’anno 2014”.
Secondo le prime stime, basate sull’applicazione dei parametri vigenti, gli unici terreni esenti dal pagamento dell’Imu sarebbero quelli situati nei comuni i cui edifici comunali sono situati ad una altitudine di almeno 600 metri; tra i 280 e i 600 metri, verrebbero esentati i terreni posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali, mentre fino a 280 metri, tutti i cittadini e le imprese possessori di terreni agricoli dovrebbero pagare l’intera imposta per il 2014. In questo modo sarebbero tutelati soltanto circa 1500 comuni italiani, mentre per circa 2500 sarebbe prevista una esenzione parziale e per i rimanenti 4000 nessuna esenzione.
Alcune associazioni agricole hanno rimarcato come moltissimi comuni, che non rientrano nei parametri di esenzione dell’Imu “agricola”, siano stati colpiti dai “disastrosi effetti del maltempo, sia di recente che durante tutto il 2014” e “in un momento contrassegnato dalla grave crisi economica, con difficoltà di accesso al credito, ci si aspetta dal governo interventi di sostegno alle imprese agricole e non certo ulteriori aggravi fiscali”.
Forti preoccupazioni sono state manifestate anche dall’Anci che ha rimarcato come i Comuni interessati subiranno una decurtazione certa di 350 milioni di euro del “Fondo di solidarietà comunale”, senza avere però la reale possibilità di recuperare per tempo quei fondi attraverso il pagamento dell’Imu da parte dei proprietari dei terreni agricoli.
L’Imu applicata con queste modalità porrebbe gravi rilievi di incostituzionalità, dal momento che i soli parametri di altitudine non possono individuare le zone “svantaggiate”: la ricca e diversificata differenziazione morfologica e logistica del territorio nazionale dimostra infatti ampiamente come i caratteri di marginalità siano causati anche da altri fattori come la mancanza di infrastrutture moderne ed efficaci, di servizi efficienti o da una situazione demografica frastagliata.
L’Imu agricola per il 2014 violerebbe poi l’articolo 3, comma 2, della Legge numero 212 del 2000 (il cosiddetto “Statuto del contribuente”) che prevede che “le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore”. La scadenza di ogni tipologia di Imu è infatti fissata per il 16 dicembre, e ad oggi l’apposito decreto ministeriale non è stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
La sospensione dell’Imu agricola è già stata oggetto di numerose interrogazioni di esponenti del Partito Democratico e di altre forze politiche e di un apposito ordine del giorno del Pd recentemente approvato alla Legge di Stabilità.
In base a quanto espresso chiediamo pertanto di emanare un provvedimento urgente che abbia come finalità il rinvio della rata dell’Imu agricola prevista per 2014.
Chiediamo inoltre che venga aperto un confronto con gli enti locali, le imprese e le associazioni sindacali e categoria, per individuare parametri, non meramente altimetrici, capaci di rispondere con maggiore efficacia ed equità ai diritti dei contribuenti, alle esigenze dei Comuni, promuovendo una reale e sostenibile perequazione fiscale.
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