Una legge per limitare gli sprechi alimentari e recuperare le eccedenze donandole a chi ne ha bisogno. Ne abbiamo parlato ieri a Catania.
Limitare gli sprechi, soprattutto quelli alimentari, e recuperare le eccedenze. Con una finalità ben precisa: sprecare meno e donare di più a chi ne ha bisogno. Ne abbiamo discusso ieri pomeriggio a Catania, nel corso di una bella e partecipata iniziativa che – organizzata dall’associazione Equo, sempre impegnata sui temi sociali – ha visto la presenza di Maria Chiara Gadda, deputata Pd e prima firmataria di una legge importante che ci impegneremo ad approvare in Parlamento al più presto e su cui vigileremo, anche dopo, per far sì che i principi di questa legge “spreco-zero” diventino concreta pratica amministrativa, anche a Catania. La politica infatti deve intervenire per eliminare questo paradosso della nostra società: aumenta la povertà e aumentano i rifiuti, di tutti i tipi. Sprechi inaccettabili non solo a livello sociale ma anche ambientale. Pensate che oggi i prodotti sprecati producono una quantità di co2 enorme, pari a quella che produrrebbe il terzo Stato al mondo dopo Usa e Cina. Con questa legge certo non si risolverà la questione a livello globale, ma questo intervento rappresenta un passo avanti per modificare le abitudini dei singoli e della collettività, delle industrie e della grande distribuzione. Racchiude in sé un’idea di società più equa: per questo vanno ringraziati gli enti del terzo settore e del volontariato che già oggi fanno tantissimo e che hanno dato un grandissimo contributo non solo al dibattito di ieri ma anche alla stesura della legge.
Il dibattito su “Spreco e recupero delle eccedenze alimentari” oltre ad aver suscitato grande interesse tra i cittadini catanesi (eravamo oltre 200 nella libreria comunale Bellini), ha visto la partecipazione del capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Ettore Rosato, e di tantissimi sindaci, amministratori, assessori e consiglieri della provincia etnea, deputati nazionali e regionali e degli assessori siciliani Marziano e Barbagallo. E’ il segnale dell’importanza e della crescente sensibilità nei confronti di temi quali la riduzione degli sprechi, l’attenzione a chi ha meno, la sostenibilità sociale e ambientale. Per questo è importante l’impegno della politica e in particolare del Pd, che ha portato avanti la proposta di legge e che ne ritiene prioritaria la sua approvazione, come ha sottolineato Ettore Rosato: “A brevissimo potremo annunciarvi la sua approvazione” ha detto.
L’Italia sta facendo passi avanti e ne ha compiuti diversi negli ultimi anni, ma l’Expo di Milano ha impresso un’accelerazione, come ha sottolineato il presidente dell’associazione Equo Gaetano Palumbo, citando proprio la Carta di Milano, eredità di Expo 2015, che “considera il diritto al cibo come diritto umano fondamentale”. Dunque l’imperativo è “realizzare un sistema nuovo che punti sulla riduzione degli sprechi alimentari, limitando così gli effetti negativi in termini ambientali, economici, sociali degli sprechi”. Da qui la necessità di una politica “spreco-zero che – ha sottolineato Tania Spitaleri, esponente del PD etneo che ha moderato l’iniziativa – vuol dire puntare su recupero, riuso e redistribuzione delle eccedenze sia nel settore alimentare che in quello farmaceutico”.
Anche se in Italia c’è una crescente sensibilità al tema, i numeri degli sprechi sono ancora impressionanti. Ogni anno le famiglie italiane buttano nella spazzatura cibi per oltre 8 miliardi di euro, mentre lasciamo sul campo circa 1,4 milioni di tonnellate di prodotti dell’agricoltura non raccolti, sprechiamo due milioni di tonnellate di prodotti alimentari che si perdono nella produzione industriale, 300 mila tonnellate nella distribuzione commerciale. Di contro, però, dal 2010 al 2013 è cresciuto del 47 per cento il numero delle persone raggiunte in Italia dal sistema di distribuzione di prodotti alimentari destinati alla popolazione indigente (dati Agea). C’è un’inversione di tendenza però e la Sicilia rappresenta un buon esempio: lo testimoniano le 5 mila tonnellate di prodotti agricoli invenduti lo scorso anno e distribuiti alle persone bisognose – è la stima del Banco Alimentare – per un valore di circa 10 milioni di euro.
Di riutilizzo del cibo ha parlato il prof. Vincenzo Chiofalo, docente di Nutrizione e alimentazione animale all’Università di Messina e responsabile scientifico del progetto Save per l’Ateneo messinese. “Save – ha detto – è un progetto di ricerca finanziato dal Miur che nasce dall’idea di affrontare con un approccio innovativo la questione dello spreco alimentare, offrendo nuova vita ai cibi scaduti o scartati e riducendo al minimo il conferimento degli stessi in discarica”.
“Oggi l’alimentazione in molte fasce sociali non è corretta proprio a causa di una crisi feroce: basterebbe non sprecare per alimentare milioni di bambini, donne, uomini nel mondo, quindi non basta l’atto volontaristico e il cambio di cultura, che comunque registriamo nelle famiglie” ha sottolineato il deputato etneo del PD Giovanni Burtone. Presente al dibattito anche il consigliere comunale Niccolò Notarbartolo, secondo cui “la proposta di legge Gadda va apprezzata anche per l’istituzione di un tavolo permanente che consentirà di verificare la sua piena approvazione in corso d’opera”.
“Mi piace dire che il testo di questa legge è vivo, è stato depositato ad aprile scorso ma è cambiato molto perché abbiamo voluto ascoltare tutti gli attori del terzo settore, i produttori, i cittadini – ha detto Maria Chiara Gadda – spero che questa legge arrivi in Aula a marzo e che venga approvata all’unanimità, perché è una legge per i cittadini”. “E’ una legge di 14 articoli ma il messaggio è semplice: l’eccedenza non può più diventare spreco – ha proseguito – c’è un impegno nel semplificare la donazione di cibo e porre margine allo spreco intervenendo proprio sulle eccedenze, sull’uso sostenibile delle risorse. I numeri del recupero in Italia sono in crescita, recuperiamo 500 mila tonnellate di cibo ogni anno. Ma dobbiamo fare di più per ridurre lo spreco e lo abbiamo voluto fare sulla base di tre principi fondamentali: semplificare e togliere burocrazia, applicare incentivi fiscali per rendere più conveniente donare che gettare, razionalizzare le donazioni”. Tante le novità della legge, e tra queste la family bag da usare al ristorante, per permettere alle famiglie di portare a casa il cibo avanzato, iniziative per il recupero dei farmaci, paletti per la tracciabilità dei prodotti.
Il dibattito è stato arricchito dai contributi di rappresentanti di associazioni coinvolte nelle iniziative anti-spreco. Presenti Fabio Prestia (Banco Alimentare), Emiliano Abramo (Comunità di Sant’Egidio), Giosuè Catania (Cia), Giovanni Pappalardo (Coldiretti), Francesco Toscano (Confagricoltura), Carmela D’Agostino (Cope) e Giuseppe Giansiracusa (Legacoop). Presenti inoltre diversi sindaci, tra cui quelli di Trecastagni (Giovanni Barbagallo), Paternò (Mauro Mangano), Sant’Agata Li Battiati (Carmelo Galati) e Raddusa (Cosimo Marotta), gli assessori regionali Bruno Marziano e Anthony Barbagallo, la deputata nazionale Luisa Albanella e il parlamentare regionale Luca Sammartino e moltissimi assessori e consiglieri comunali della provincia etnea.
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