Su “La Sicilia” di oggi, un’intervista rilasciata a Giuseppe Bonaccorsi.
L’intervista. «I ragazzi del Sud sono in ritardo, investiamo in formazione»
Berretta: un lavoro sinergico per il rilancio di Catania
«Risolveremo positivamente la questione del terremoto di S. Lucia»
- Martedì 24 Dicembre 2013
- “Il Fatto”, pagina 4
Giuseppe Bonaccorsi
“Il provvedimento svuota carceri, le iniziative per snellire i processi, la crisi economica, la disamministrazione che ha affossato Catania dopo anni e anni di centrodestra, la questione politica e il governo Letta, il caso della cittadella giudiziaria di Catania e la salvaguardia del teatro Massimo Bellini. Di tutto questo e altro ha parlato, in una intervista al nostro giornale, il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta.
Sottosegretario Berretta cominciamo dalla questione giustizia e dal decreto svuota carceri. Era proprio necessario?
«Capisco che dopo gli ultimi due casi di detenuti evasi ci sia una certa resistenza nell’opinione pubblica verso questo provvedimento, ma il decreto svuota carceri era assolutamente necessario. Si tratta di un pacchetto di misure. La prima è la liberazione anticipata, l’altra è quella di cercare di far scontare la pena altrove a una determinata tipologia di carcerati, come nel caso dei tossicodipendenti che potrebbero andare in comunità terapeutiche. E’ arrivato il momento di allentare l’emergenza carceraria e al contempo di avviare alcuni soggetti, che hanno tenuto in carcere un comportamento corretto, su un percorso di recupero. Quanto alla detenzione ai domiciliari si provvederà attraverso il braccialetto elettronico».
Questo governo ha previsto la realizzazione di altre carceri? E Catania sarà interessata al piano?
«Catania vi è inserita attraverso la realizzazione di un nuovo padiglione, nel carcere di Bicocca, per 450 detenuti. Comunque in Sicilia, in realtà, non abbiamo un grave problema di sovraffollamento delle carceri».
A Catania avete istituito il Tribunale per le imprese. Come funziona?
«Esiste già una sezione che a breve, però, diventerà la sezione che si occuperà delle controversie relative alle aziende che hanno sede legale all’estero. Servirà la Sicilia e la Calabria. Lo spirito del decreto emanato dal governo è quello di facilitare gli investimenti stranieri. Stiamo anche per emanare provvedimenti mirati alla celerità della giustizia civile. Questo governo, inoltre si sta impegnando per racchiudere in un testo unico le norme in materia di lavoro».
Il governo Letta di cui lei fa parte è forte politicamente e in grado di proiettarci fuori da questa crisi che sembra senza fine?
«Rispetto alle condizioni di difficoltà estrema, il cui culmine fu raggiunto con l’impasse per l’elezione del presidente della Repubblica, oggi, a sei mesi di distanza da quei fatti, giustamente ragioniamo di come si sarebbe dovuta fare la Legge di stabilità, ma parliamo già in una condizione di riacquisita normalità e di ripartenza che si è verificata grazie alle capacità di un governo a guida Enrico Letta che sta facendo grossi passi avanti. Ora, sei mesi a guida italiana della Ue, saranno fondamentali per vedere la luce fuori dal tunnel e perché si allenti questa tensione. Ci vuole una fortissima immissione di liquidità che sia collegata alla realizzazione di grandi opere e a investimenti infrastrutturali, ci vogliono risorse vere. Le Cassandre che dicono che dovremmo uscire dall’euro non sanno cosa dicono anche se va ammesso che ci sono state politiche di bilancio eccessivamente restrittive che hanno immobilizzato un continente. Questo governo, comunque, ce la sta mettendo tutta. Quanto al Meridione una grande possibilità deriverebbe dall’attrazione che il Sud potrebbe avere qualora avesse università potenziate e innovate. Per questo credo che un grande investimento in formazione per i nostri giovani non è più rinviabile perché i nostri ragazzi, purtroppo, sono in ritardo rispetto a quelli del Nord».
Apriamo la questione Catania che è la città in cui lei ha sempre vissuto e si è politicamente battuto. La crisi continua…
«Vorrei innanzitutto ricordare che stiamo parlando di una città che per un tempo lunghissimo è stata disamministrata dal centrodestra. Adesso, al di là dell’attuale sindaco Bianco, che va detto ce la sta mettendo tutta, pretendere miracoli in poco tempo è fuor di luogo. Ovviamente, anche qui riacquisita la normalità bisogna cominciare a fare scelte strategiche. Su questo punto, secondo me, serve una classe dirigente e non basta un solo sindaco».
Allora su quali punti secondo lei si potrebbe incidere?
«Su Catania c’è voglia di supportare l’azione amministrativa che reputiamo fondamentale per il rilancio della nostra città. In questo senso c’è sempre di più l’esigenza che Catania non soffra più di un eccessivo commissariamento, così come ha giustamente avuto modo di dire il sindaco Bianco. Questa città, quindi, deve avere una sua autonomia e deve essere più presente anche nel governo regionale. Deve esserci più Catania perché questa città è fondamentale anche per la ripresa economica. Ora, premesso che io non intendo invadere campi che al momento non mi competono, posso solo dire che ho alcune idee e sono a disposizione per discutere col sindaco delle scommesse importanti per la città, a partire, ad esempio, dal porto e allargando il raggio sino alla Plaia con il Patto territoriale e il Pua. Su queste cose secondo me va fatto un lavoro sinergico».
In città si parla da tempo di una nuova cittadella giudiziaria. Qual è il punto del ministero?
«Mi permetto di dire che se si vuole fare a Catania una cittadella giudiziaria, e penso che sia utile, il ministero deve essere coinvolto. Ora io sono a disposizione per esaminare la vicenda. E aggiungo: qualcuno vuole che me ne faccia carico? Si apra la discussione e allo stesso tempo l’amministrazione faccia una scelta sul palazzo delle Poste comprato con i soldi dello Stato. Noi siamo pronti a dare il nostro assenso, ma ci vuole un progetto che deve venire dal Comune. Ripeto, dunque, che io sono qui per spingere su tutte le questioni che riguardano il bene della città, compresa la cittadella giudiziaria, però ci vuole la disponibilità a un coinvolgimento pieno e, quindi, a un percorso nuovo e diverso».
Tra le questioni che oggi affliggono Catania c’è anche la crisi dei teatri e del Bellini.
«Su questo punto vorrei dire al governatore Crocetta che è necessario prestare massima attenzione al mondo della cultura. Chiedo quindi al presidente di farsi carico delle nostre massime istituzioni culturali, a partire dal nostro teatro Massimo che è una enorme risorsa, perché il turismo, senza le istituzioni culturali, non esiste… ».
Sottosegretario Berretta lei più volte si è occupato dell’annosa vicenda dei contributi per il terremoto di S. Lucia. Come è finita?
«Su questa vicenda, in alcuni casi, l’Agenzia delle entrate sta desistendo nel proseguire i contenziosi. Il Pd si era intestato questa battaglia all’interno della Legge di stabilità, poi, però per ragioni collegate alla fiducia, l’emendamento presentato non è stato approvato. Però resta sempre vivo il nostro massimo impegno per risolvere la vicenda una volta per tutte. Tenteremo, quindi, di affrontare la questione in via amministrativa, attraverso una direttiva del ministero dell’Economia e finanze, rivolta all’Agenzia delle entrate, che chiarisca che questi soldi vanno restituiti alle aziende e ai cittadini e che questi contenziosi non vanno più alimentati. Non è solo una speranza, c’è un impegno preciso: noi la questione la risolveremo positivamente».”
24/12/2013
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