Al lavoro presto anche una Commissione di studio.
Non si può considerare la violenza in famiglia come è un’esagerazione giornalistica. Anzi, siamo di fronte ad un fenomeno sociale di particolare gravità. L’ho ribadito questa mattina a Roma, intervenendo all’interessante convegno “Famiglie e Violenze. Strumenti di prevenzione e tutela” organizzato dall’AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani). Un’occasione importante per discutere di violenza di genere e violenza domestica.
Ciò che preoccupa maggiormente è proprio la violenza che si sviluppa nel contesto familiare, perché particolarmente corrosiva e perché deturpa il luogo sicuro per antonomasia. L’approvazione di pochi giorni fa alla Camera del ddl di ratifica della Convenzione di Istanbul, sulla prevenzione e la lotta alla violenza sulle donne e alla violenza domestica, rappresenta un’importante occasione per porre l’attenzione sullo stato della normativa interna in materia e per ragionare su eventuali misure da adottare per rafforzare la tutela dei soggetti più esposti nel contesto familiare.
Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta del Ministro delle Pari Opportunità di istituire un coordinamento interministeriale che si occupi del fenomeno “violenza sulle donne” e nello stesso solco si colloca la decisione di avviare il lavoro di una Commissione di studio che affronterà, con approccio trasversale, i temi della famiglia, delle donne, anche detenute e dei loro bambini, oltre che di adozioni nazionali ed internazionali.
Cara Carmen intanto ti ringrazio. I tuoi commenti e suggerimenti sono sempre ragionati e interessanti.
Parto dalla convinzione che la lotta contro la violenza sulle donne sia un fatto principalmente culturale e anche in questa direzione vanno le iniziative con cui il Parlamento e il Governo stanno provando ad intervenire. Detto ciò credo sia necessario anche verificare lo stato di attuazione delle leggi in materia, formare adeguatamente il personale che si occupa di reati di questo tipo, intervenire anche con un adeguamento del codice penale… Insomma c’è tanto da fare, e ogni suggerimento in materia é importante. Quella di un testo unico è sicuramente una buona idea.
carissimo Giuseppe, scusami se mi permetto di interloquire con qualche breve notazione. ma ne sento quasi un obbligo in quanto donna a suo tempo vittima di quello che oggi si chiama stalking, come avvocato e come semplice cittadina. A mia memoria il percorso delle commissioni, subcommissioni, sezioni delle subcommissioni è un pò superato. Basta un organismo composto da persone che conoscono la materia (quella bruttura della norma sullo stalking è esempio aberrante di impreparazione giuridica) per: 1) raccogliere in modo organico la legislazione (civile, penale, processuale civile e penale, leggi speciali, leggi di P.S.,leggi sul lavoro,ecc….) in un compendio unico che serva a rendersi conto dell’ampiezza della materia ed eliminare norme tra loro conflittuali o superate; 2) fornire un compendio di facilissima consultazione. A questo proposito ricordo a me stessa che “al tempo di craxi” fu prodotto il cd “Codice Donna” (io ne ho ancora una copia. potrebbe essere (se nessuno è allergico a toccarlo!) una buona base di partenza: noi compagne avevamo lavorato sia presto che bene (senza orgoglio ma con consapevolezza) 3) puntare molto sulle misure di prevenzione e sulla gestione di strutture (es c/le Questure)specializzate alla raccolta e prima istruttoria dei casi di violenza di genere è opportuno saper effettuare anche una attendibile scrematura). Perdonami: sono certa che tu sai tutto ciò mille volte meglio di me. Buon lavoro Carmen