Diritto d'asilo ai migranti: il Tribunale di Catania esempio da seguire

OGGI IN COMMISSIONE GIUSTIZIA AUDIZIONE DI MARIANO SCIACCA. IN DISCUSSIONE LA MIA RISOLUZIONE PER FARE DI CATANIA SEDE DI UN PROGETTO PILOTA PER LA GESTIONE DELL’EMERGENZA IMMIGRAZIONE.

migrantesE’ sempre bello vedere che l’impegno e la determinazione producono buoni risultati. Risultati ottimi in questo caso e che fanno del Tribunale di Catania un esempio da seguire in tutta Italia. Il riferimento è all’attività svolta dal Tribunale etneo, impegnato in prima linea per rendere più snelle le procedure che riguardano i migranti che arrivano sulle nostre coste e che chiedono il diritto di asilo o il riconoscimento della protezione internazionale. Migliaia di procedure, migliaia di ricorsi che mettono a dura prova gli uffici del Tribunale e le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. A Catania, però, si è scelta la strada dell’innovazione, dell’informatizzazione, del processo civile telematico, mettendo in rete il Tribunale con la Commissione nazionale per il diritto di asilo e le Commissioni territoriali di Catania, Ragusa e Siracusa. Proprio su questo ho depositato una risoluzione alcune settimane fa, per impegnare il Governo ad assumere in tutta Italia iniziative per promuovere ed implementare presso i Tribunali forme di sperimentazione simili a quella già messa in atto dal Tribunale di Catania. Ne abbiamo discusso questa mattina nella seduta della Commissione Giustizia, durante la quale si è svolta l’audizione di Mariano Sciacca, coordinatore dell’ufficio sviluppo e innovazione organizzativa tra la Corte d’appello e il Tribunale di Catania nonché del “Progetto Migrantes” del Tribunale etneo. A lui e a Bruno Di Marco, presidente del Tribunale, voglio rivolgere il mio plauso e un sentito ringraziamento per quanto sono riusciti a realizzare e che è sintetizzato in questa relazione del Progetto Migrantes.
Grazie all’informatizzazione e all’uso del processo civile telematico il Tribunale, le tre Commissioni territoriali e la procura di Catania “dialogano” attraverso procedure informatiche e non più cartacee, con una netta diminuzione dei tempi e dei costi dei procedimenti, che riguardano sostanzialmente i ricorsi presentati dai migranti per impugnare il diniego della Commissione territoriale o la revoca dello status di protezione internazionale da parte della Commissione nazionale per il diritto di asilo.
E’ ovvio che Catania ha risentito particolarmente dell’enorme flusso di sbarchi degli ultimi anni, ma in questo caso si è riusciti a trovare le soluzioni migliori per rispondere ad una vera emergenza.
Un esempio, dunque, di buone pratiche che tutti gli altri Tribunali d’Italia potrebbero – e dovrebbero – seguire.

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