L’Etna torni ad essere pienamente fruibile. Nel rispetto della sicurezza, certo, ma evitando gli attuali vincoli e divieti imposti dalla Protezione Civile, che rendono inaccessibile il nostro Vulcano. Una grande attrazione, patrimonio dell’Umanità, ma di fatto negata a tantissimi turisti.
E’ quello che ho chiesto, sposando le motivazioni della protesta e le richieste avanzate dal Comitato “Etnalibera”, con un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Protezione Civile Claudio De Vincenti e al ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Troppo restrittive infatti sono le “procedure di allertamento rischio vulcanico e modalità di fruizione per la zona sommitale del vulcano Etna” emanate nel 2013 dal Dipartimento regionale della Protezione Civile. Stando a queste procedure il libero escursionismo è vietato, minando così le attività economiche legate al turismo sull’Etna. La regolamentazione della fruizione dell’area sommitale è oggetto di numerose critiche anche da parte degli addetti ai lavori, dal CAI a Federescursionismo Sicilia, otre che da operatori turistici e guide. Il Collegio regionale delle Guide Alpine ha presentato inoltre un ricorso, il 18 giugno scorso, contro le restrizioni volute dalla Protezione Civile regionale. I divieti, oltre a essere in contrasto con la Costituzione e con la legge istitutiva di Protezione Civile, appaiono contrastanti con il Codice civile sul Demanio. Inoltre, la periodica emanazione di questi divieti inficia e in alcuni casi impedisce l’attività di guida alpina e vulcanologica che, invece, trova una delle sue ragioni proprio nell’assistere i viaggiatori in caso di pericolo o di maggiore difficoltà dell’escursione.
Da non dimenticare, poi, le competenze dell’Ente Parco Dell’Etna, che ha adottato nel 2003 un regolamento, proprio per contemperare il diritto a godere della natura con la sua salvaguardia, disponendo alcune norme di cautela da osservare da parte dei visitatori.
Per questo, le richieste ai due ministri del Governo Renzi e al sottosegretario con delega alla Protezione civile sono chiare: garantire la fruibilità del Vulcano che, inserito nella World Heritage List dell’Unesco, dovrebbe rappresentare una grande opportunità per il territorio. E per far ciò, è necessario restituire all’Ente Parco la piena responsabilità di regolamentare e gestire la fruizione dell’area protetta mantenendo le procedure di monitoraggio e allertamento in capo alla Protezione Civile; mantenere “la zona gialla” (alto rischio) all’interno della quale chi accede lo fa nella piena consapevolezza dell’elevato, potenziale pericolo e assumendosi anche la responsabilità legale nel caso in cui accompagni persone meno esperte e, infine, favorire attività di informazione e prevenzione piuttosto che di divieto e di riduzione della fruizione dell’Etna.
Foto: www.tripadvisor.it
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