Lavoro, Napolitano non firma il ddl

Il presidente della Repubblica rimanda alle Camere il testo che disciplina i rapporti di lavoro varato dal governo. Era previsto che già nel contratto di assunzione, in deroga dai contratti collettivi, si potesse stabilire il ricorso all’arbitro

Lavoro, Napolitano non firma – Troppi dubbi sull’arbitrato

Il capo dello Stato: “Effetti negativi da questo modo di legiferare”
La soddisfazione della Cgil. Sacconi: “Terremo conto dei rilievi”

ROMA – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha firmato il ddl del governo sul lavoro e ha rimandato il testo alle Camere. Ponendo forti dubbi sulla norma che prevede l’estensione dell’arbitrato nei rapporti di lavoro. Le perplessità riguardano, inoltre, il modo con cui il Parlamento ha legiferato su una materia complessa quale quella del lavoro. “Già altre volte – aggiunge il capo dello Stato – ho sottolineato gli effetti negativi di questo modo di legiferare sulla conoscibilità e sulla comprensibilità delle disposizioni e quindi sulla certezza del diritto, sullo svolgimento del procedimento legislativo per l’impossibilità di coinvolgere tutte le commissioni competenti”. Serie perplessità sono state sollevate anche “per una così ampia delegificazione”.

“Il Capo dello Stato è stato indotto a tale decisione dalla estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni, gli articoli 31 e 20, che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale. Ha perciò ritenuto opportuno un ulteriore approfondimento da parte delle Camere, affinché gli apprezzabili intenti riformatori che traspaiono dal provvedimento possano realizzarsi nel quadro di precise garanzie e di un più chiaro e definito equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale” si legge nella nota del Quirinale. Che, per la prima volta, dal momento dell’elezione di Napolitano, rinvia una legge alle Camere. Cauta la reazione del governo. “Terremo conto dei rilievi del capo dello Stato – dice il ministro del Welfare

Maurizio Sacconi – proporremmo alcune modifiche che mantengano in ogni caso l’istituto che lo stesso presidente della Repubblica ha apprezzato”. In ogni caso, il titolare del dicastero auspica “un sollecito esame parlamentare” sui tre punti indicati dal capo dello Stato.

Le critiche del Colle.
I rilievi del Colle si appuntano su una delle norme del ddl Lavoro. Quella che riguarda la nuova procedura di conciliazione e arbitrato che di fatto incide su quanto previsto dall’articolo 18 in materia di licenziamento. In particolare l’articolo indicato nel comunicato del Quirinale prevede che già nel contratto di assunzione, in deroga dai contratti collettivi, si possa stabilire che in caso di contrasto le parti si affidino a un arbitrato. L’articolo 31 modifica profondamente le disposizioni sul tentativo di conciliazione. Per Napolitano “occorre verificare che le disposizioni siano pienamente coerenti con la volontarietà dell’arbitrato e la necessità di assicurare un’adeguata tutela del contraente debole”. Ovvero del lavoratore. Un altro articolo sul quale il Quirinale muove rilievi è il 20, che esclude dalla delega del 1955 sulla sicurezza del lavoro il personale a bordo dei navigli di Stato: una interpretativa che  bloccherebbe l’inchiesta della procura di Torino  su 142 uomini della Marina Militare  morti per esposizione all’amianto e un processo a Padova per la morte, per lo stesso motivo, di altri due militari. Infine il capo dello Stato chiede una riflessione “opportuna” sugli articoli 30, 32 e 50. Napolitano invita a una  rilettura anche sulle competenze della magistratura sulle clausole dei contratti di lavoro, i contratti a tempo determinato e la tipizzazione delle clausole di licenziamento, l’entità del risarcimento per le cause di lavoro relative a collaborazioni coordinate e continuate.

Le reazioni.
“Napolitano ha sempre mostrato una grande attenzione” alla eterogeneità delle norme e alle coperture finanziarie, è nel suo potere rimandare alle Camere, non ho nulla da obiettare” dice il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Soddisfazione è stata espressa dal Pd (“Speriamo che la maggioranza non sprechi questa occasione offertale dal presidente della Repubblica”, hanno detto i deputati della commissione lavoro di Montecitorio, Marianna Madia e Ivano Miglioli) e dalla Cgil, fortemente critica verso il provvedimento. “E’ una decisione – dice il segretario Guglielmo Epifani – che conferma le considerazioni della Cgil sugli aspetti critici del provvedimento. E’ di tutta evidenza l’intempestività di una dichiarazione comune su una legge nemmeno ancora promulgata né pubblicata sulla Gazzetta ufficiale”. “Finalmente il presidente della Repubblica batte un colpo e rimanda alle Camere la legge che voleva modificare, anzi svuotare lo Statuto dei lavoratori. Ne siamo contenti perché l’Italia dei valori è stato l’unico partito che, a suo tempo, si era permesso di pregare il presidente della Repubblica di non firmare il provvedimento ma di rinviarlo alle Camere” afferma il leader di Idv, Antonio Di Pietro. Per la Cisl, invece l’arbitrato resta uno strumento “utile”, mentre il segretario generale della Uil Luigi Angeletti si augura “che il rinvio alle Camere sia l’occasione utile per rendere coerente il provvedimento legislativo con l’avviso comune realizzato dalle parti”. Sulla stessa lunghezza d’onda Nazzareno Mollicone, segretario confederale dell’Ugl. Pienamente soddisfatti della scelta di Napolitano si dicono i vertici di Rdb (Rappresentanze di base) e Sdl (Sindacato dei lavoratori).

da www.repubblica.it – 31 marzo 2010

15 comments to Lavoro, Napolitano non firma il ddl

  • Valentina Taraschi

    Certo che il presidente si sta dando molto da fare sulle riforme. Sarebbe una buona garanzia che si riuscissero a fare sotto il suo mandato come auspica.

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  • Lorena Radioli

    Ma Napolitano e Berlusconi che hanno un accordo tipo “una su dieci non la firmo, per il resto fai come ti pare”???

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  • Martino Veronesi

    Assolutamente ottima, direi. Ma che cosa potrebbe fare di più con gli interlocutori che ha al governo? Sia per quanto riguarda la qualità che la quantità (maggioranza strarpante alle Camere).

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  • Sandrino Lombardi

    Eppure talvolta un po’ più di coraggio me lo sarei aspettato da Napolitano. Ma nel complesso la sua presidenza mi sembra ottima.

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  • Mario TO

    Un grande presidente, non ho mai avuto dubbi su questo.

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  • Giorgio Vasile

    Eppure di sconsiderati, a destra, al centro e a sinistra, che lo accusano a vario titolo ve ne sono. A partire da alcuni dell’Idv, che polemizzano tanto per polemizzare anche quando è evidente che Napolitano è mille volte dalla parte della ragione.

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  • Giuseppe Maranghi

    Napolitano è oggi l’unico baluardo alla barbarie nel nostro Paese. Personalmente mi sento garantito da un simile presidente, anche se non deve affatto essere facile il suo ruolo con un governo che ha una maggioranza eccezionale in entrambe le Camere. Napolitano fa quel che può e lo fa benissimo a mio avviso.

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  • Sandro

    La verità è che nessuno di loro è capace di fare politica. Nessuno. I voti nell’Idv li prendono più per le note difficoltà attrattive del Pd che per loro meriti. Francamente nulli.

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  • Massimo Tarnelli

    Di Pietro non sa più che dire, nell’Idv sono nel caos più totale. La figuraccia di De Magistris con Grillo è da antologia.

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  • Lucilla Sarmi

    Ma veramente Di Pietro, in controtendenza rispetto a se stesso, ha elogiato Napolitano su questa vicenda.

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  • Vincenzo Piccoli

    Questo per Di Pietro che ha sempre detto peste e corna di Napolitano. Voglio vedere oggi che cosa ha la faccia di dire.

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  • Paolo As

    Napolitano è un uomo equilibratissimo e di grande, immensa garanzia istituzionale. Spesso deve, appunto, fungere da punto di equilibrio e talvolta scontenta a sinistra, ma bisogna tenere a mente che è il presidente di tutti gli Italiani, non solo il nostro.

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  • Maria Catalfamo

    Un mito Napolitano. Si è ricordato d’esser stato comunista… Finalmente!

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  • Alessandra Giacobbi

    Dà speranza sapere che almeno uno, e che per di più di casa abita al Quirinale, sia contrario all’abolizione dell’art. 18.

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  • GRANDE NAPOLITANO, ha fatto benissimo!!! Un bacio in fronte!!!

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