No all’arbitrato per i licenziamenti

In Commissione lavoro modificato il Ddl

ROMA – La clausola compromissoria sull’arbitrato non può riguardare controversie relative al licenziamento. La commissione Lavoro della Camera ha approvato l’emendamento al ddl lavoro presentato dal relatore Giuliano Cazzola (Pdl). Viene così recepito l’avviso comune siglato dalle parti sociali, ad eccezione della Cgil, prima che il capo dello Stato rinviasse alle Camere il provvedimento per una nuova deliberazione.

Questo, nel dettaglio, l’emendamento approvato all’art.31, comma 9: “La clausola compromissoria non può riguardare controversie relative alla risoluzione del contratto di lavoro. Davanti alle commissioni di certificazione le parti possono farsi assistere da un legale di loro fiducia o da un rappresentante dell’organizzazione sindacale o professionale a cui abbiano conferito mandato”.

Inoltre, “in assenza degli accordi interconfederali o contratti collettivi” sui campi di applicazione dell’arbitrato attraverso le clausole compromissorie “trascorsi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali convoca le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative, al fine di promuovere l’accordo. In caso di mancata stipulazione dell’accordo di cui al periodo precedente, entro i sei mesi successivi alla data di convocazione, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali individua in via sperimentale, con proprio decreto, tenuto conto delle risultanze istruttorie del confronto tra le parti sociali stesse, le modalità di attuazione e di piena operatività delle disposizioni di cui al presente comma”.

Approvati tutti gli emendamenti proposti dalla maggioranza, ma respinto l’unico emendamento presentato dal governo al ddl Lavoro, relativo all’articolo 20 sulla esposizione all’amianto dei lavoratori a bordo delle navi di Stato.

Martedì prossimo, dopo aver acquisito il parere delle altre commissioni, la commissione Lavoro darà il mandato al relatore a riferire in Aula. L’approdo davanti all’assemblea di Montecitorio è prevista per il giorno successivo, mercoledì 28 aprile. Il testo dovrà poi passare a Palazzo Madama, dove, ha auspicato il sottosegretario al Welfare, Pasquale Viezzoli, non vi dovrebbero essere modifiche e vi dovrebbe quindi essere il via libera definitivo sul testo approvato oggi.

Gli emendamenti approvati oggi, ribadisce il segretario della Cgil Fulvio Fammoni, non bastano “per cambiare il senso di una legge sbagliata che continua a mantenere punti evidenti di incostituzionalità”. “Prendiamo atto di questi primi cambiamenti – prosegue Fammoni – che riteniamo anche frutto della nostra coerente iniziativa, ma la mobilitazione prosegue e si rafforza”. Confermati pertanto i presidi sotto le prefetture di tutte le città d’Italia il 26 aprile e il presidio nazionale nel giorno dell’avvio del dibattito in Aula, il 28 aprile”.

da Repubblica.it – 21 aprile 2010

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