Il ministro Orlando ieri a Catania: in tantissimi per sostenere le ragioni del sì

15181668_10202165872305979_2769464532949022535_nCentinaia di persone, un vero bagno di folla ieri sera a Catania per sostenere le ragioni del sì al referendum costituzionale del 4 dicembre e partecipare al dibattito con il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Un confronto tra me ed il ministro Orlando, con il giornalista Mario Barresi a fare da moderatore, in cui abbiamo approfondito i temi della riforma della Costituzione e spiegato i tanti motivi per votare sì.

“Quella del superamento del bicameralismo paritario è una battaglia storica della sinistra italiana e siamo ad un passo dal realizzarla: se vince il no al referendum del 4 dicembre invece non ci sarà alcuna riforma costituzionale, ci saranno solo Grillo e Salvini”. Ha detto Orlando durante il confronto all’hotel Nettuno, intitolato appunto “Le ragioni del sì” ed organizzato dal Comitato etneo CataniaSì, al quale hanno preso parte esponenti del mondo delle istituzioni, della politica e semplici cittadini. Continua a leggere »

REFERENDUM COSTITUZIONALE: PERCHÈ SÌ

3. Perché la riforma non tocca la prima parte della Costituzione

principi-fondamentali-costituzioneLa riforma della Costituzione approvata dal Parlamento riguarda solo la seconda parte della Costituzione, ciò significa che investe le norme che riguardano i poteri e l’organizzazione dello Stato. Non vengono minimamente toccati, al contrario, i principi fondamentali, i diritti ed i doveri delle persone contenuti nella prima parte.
Più specificamente la Costituzione si compone dei principi fondamentali (artt. 1-12), della prima parte (artt. 13-54) e della seconda parte (artt. 55-139). Quest’ultima descrive l’organizzazione dello Stato, è la parte strumentale della Costituzione.
Sono i principi fondamentali a costituire la carta d’identità della Repubblica, ciò per cui si è combattuta la Resistenza e che costituiscono le fondamenta della nuova Italia.
Il lavoro come fondamento della vita democratica, la sovranità popolare, l’uguaglianza formale e sostanziale, la tutela delle minoranze, il ripudio della guerra… Tutto ciò non viene modificato, come non vengono modificati i diritti ed i doveri contemplati nella prima parte.

VOTO SÌ anche per questo: perché non siamo dinanzi ad un cambiamento della Costituzione, ad una sua trasformazione, siamo di fronte ad un suo ammodernamento della sola seconda parte, per renderla più funzionale.

REFERENDUM COSTITUZIONALE: PERCHÉ SÌ

2. Questa riforma è attesa da 30 anni: breve storia dei tentativi falliti

riforma-attesa-da-30-anniSono trent’anni, anzi di più, che si discute di riforme ed in particolare di superamento del bicameralismo paritario o perfetto che dir si voglia. Negli ultimi tre decenni si sono succedute tre Commissioni bicamerali: la Commissione per le riforme Istituzionali (IX legislatura, 1983-1985, presieduta da Aldo Bozzi, liberale); la Commissione parlamentare per le riforme istituzionali (XI legislatura, 1992-1994, presieduta da Ciriaco De Mita e Nilde Iotti); la Commissione parlamentare per le riforme costituzionali (XIII legislatura, 1997-1998, presidente Massimo D’Alema, democratici di sinistra).
Se non bastasse, sono stati costituiti diversi Comitati governativi volti a promuovere iniziative di riforma: il Comitato Speroni (1994), il Comitato Maccanico (1996-1998), il Comitato Letta-Quagliarello (2013).
Dalla X legislatura in avanti (cioè dal 1987, si consideri che l’attuale è la XVII), in 15 dei 19 Governi che si sono succeduti c’è stato un ministro per le riforme. Dal 1994 presso la Presidenza del Consiglio esiste un Dipartimento per le riforme istituzionali.

VOTO SÌ perché approvando questa riforma le Istituzioni e la politica daranno seguito agli impegni assunti da trent’anni: solo così potranno recuperare credibilità agli occhi dei cittadini.

Precari della sanità in Sicilia: presentati due emendamenti

sanitaLa questione della stabilizzazione dei precari della sanità siciliana si fa sempre più stringente. Pochi giorni fa ho presentato due emendamenti alla Legge di bilancio 2017 per chiedere l’assunzione del personale sanitario in Sicilia, con l’obiettivo di evitare che alla scadenza del prossimo 31 dicembre migliaia di operatori della sanità, vincitori di concorso o idonei in posizione utile, possano rimanere senza lavoro, compromettendo di conseguenza l’erogazione dei servizi sanitari ed il rispetto dei livelli essenziali di assistenza. Continua a leggere »