In un frammento di tempo libero poche sere fa ho visto su Rai2 un po’ del concerto di Andrea Bocelli al Central Park a New York e, guardando il pubblico entusiasta dei brani d’opera e delle canzoni italiane canate dal tenore, mi sono chiesto: ma può questo Paese fallire? Probabilmente l’Italia è il Paese più amato al mondo, come mostravamo i newyorkesi applaudenti sotto la pioggia. Certo, sono state cantate arie e canzoni di diversi paesi ma l’Italia, da Verdi a Puccini a Fellini dominava. E vedere l’entusiamo popolare ai nostri inni – sì è vero, ne abbiamo più d’uno – quali Volare o O’ Sole mio, fa capire che l’Italia significa molto nel mondo. E questa Nazione poteva falire per le insipienze e le colpe di Berlusconi e della destra? E potevamo noi sottrarci all’obbligo di riportare i conti in ordine? Fosse solo per evitare di non poter pagare più, fra qualche mese, stipendi e pensioni. L’avremmo fatto in questo modo? No! C’era un altro modo al momento? No! Facile fare i moralisti quando invece servono i pompieri. Poi discuteremo di morale pubblica. Il mix di misure proposte dal governo mi sembra oggi più accettabile anche se, utile ricordarlo, se vogliamo misure di sinistra, prima bisogna eleggerlo un governo di sinistra. E anche di centro-sinistra. E pure di centro-centro-sinistra. Al momento la maggioranza è della destra. Prepariamoci a un lungo lavoro Può anche darsi che, nell’anno del centocinquantesimo dell’unità d’Italia, ci sia bisogno di pensare a un nuovo Risorgimento. Come scrissero, tanti anni fa, Salvemini o Gramsci. Perchè serve un grande moto nazionale e popolare per rifondare la Nazione e per fare quello Stato che, soprattutto dalle nostre parti, quelle più amate per via degli inni nazionali, è il grande assente. Per questo credo che tocchi al PD il compito di essere non solo la forza del centrosinistra ma il vero e autentico partito della Nazione. Chi la dovrebbe salvare, altrimenti? Dell’Utri?
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