Su “La Sicilia” di oggi una intervista che ho rilasciato a Giuseppe Bonaccorsi. Il mio punto di vista sul Comune di Catania, sui commissariamenti Cara e Oikos, sulla crisi economica, sulla cittadella universitaria, sul PD catanese. Buona lettura.
Da La Sicilia del 3 agosto 2015
«Catania non si riprende». Il deputato Pd traccia uno scenario a tinte fosche. Duro attacco alla Prefettura per i compensi dei commissari e il commissariamento del Cara, per il quale propone il giudice Zingales
Sulla cittadella giudiziaria: «Storia tipicamente catanese. L’inerzia è del Comune che da 14 anni non
dà seguito agli impegni assunti». Sul Pd catanese: «E’ sparito. E’ tempo, quindi, di un nuovo congresso»
«Decollano solo i nostri ragazzi»
«Comune trincerato e affetto da “inaugurite” di opere non sue»
GIUSEPPE BONACCORSI
“No all’immobilismo, no all’arroccamento dell’amministrazione dentro il «fortino-Comune» mentre invece servirebbe concertazione, no alle inaugurazioni di opere altrui… No al Pd provinciale che «non esiste più», no alla poca trasparenza su temi spinosi della città come il caso cittadella giudiziaria e la questione del commissariamento dell’Ipi-Oikos. In questo agosto rovente il deputato Giuseppe Berretta riparte all’attacco in vista di un autunno a tinte fosche. Al giro di boa dei due anni di amministrazione Bianco, il «rivale-compagno di partito» del sindaco attacca su tutti i fronti e si scaglia soprattutto contro il Comune che continua a negare l’apporto delle forze della città per provare a risollevarla.
On. Berretta, cominciamo dallo stato della città e della sua amministrazione. Lei ha sempre avuto parole di critica nei confronti della Giunta Bianco per quello che è stato fatto. Sempre di questa idea?
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Con le parole di Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, vi propongo la lettura del bilancio di un anno di lavoro sulla giustizia, in un breve riassunto che trovate qui. Una serie di slide che in sintesi espone le cose che sono state fatte, i dati che ne sono scaturiti, e cosa si vuole fare ancora per affrontare i temi della Giustizia. Buona lettura.
“Nei giorni scorsi ho presentato alla stampa un bilancio delle cose fatte in questo anno di Governo attraverso una serie di infografiche che sintetizzano il percorso della riforma della giustizia sul piano della produzione normativa e su quello degli interventi di carattere organizzativo.
Si tratta di una breve sintesi che vorrei offrire alla valutazione di tutti per poter misurare, anche attraverso la lettura dei primi dati a disposizione, l’efficacia delle azioni messe in campo. Il tema dell’impatto della riforma sul Paese è stato sin dall’inizio al centro della mia attenzione e anche per queste ragione istituii una commissione che sarà chiamata a valutare l’impatto sull’economia delle misure adottate.
Credo che ogni decisore politico sia chiamato non solo a indicare la strada da intraprendere per pervenire alla risoluzione dei problemi, ma anche a verificare nella maniera più oggettiva possibile se quel percorso risponde nella sua attuazione agli obiettivi prefissati. Continua a leggere »
I tifosi catanesi hanno sempre seguito la propria squadra, qualunque siano state le condizioni e la serie di appartenenza, ma oggi viviamo una fase di vera preoccupazione: il Catania è un altro dei punti di forza della nostra città che rischia seriamente di essere messo in discussione.
In estrema sintesi, questo è ciò che ho affermato intervenendo ieri su Radio Catania per discutere delle sorti della società calcistica.
Il pericolo che intravedo oggi è che non ci sia una una chiara discontinuità nella gestione della società. Il tentativo di Pulvirenti di tenere la società a tutti i costi a mio avviso rischia di essere un pregiudizio: credo che una reale discontinuità avrebbe aiutato, sia per quanto riguarda le decisioni che prenderà la giustizia sportiva sia per quelle della Figc.
In merito alla cordata di imprenditori che erano stati coinvolti nella possibile acquisizione della società, ho aggiunto: “Oggi il Catania ha bisogno di un presidente e di una società che si impegnino in maniera serissima, occorre un imprenditore solido che abbia a cuore le sorti del Catania, assuma la leadership della società, ne faccia un business e riporti la squadra ai fasti che merita. Occorre che ci sia qualcuno disposto a metterci la faccia senza nascondersi dietro cordate, vere o presunte che siano. Anche al tavolo convocato dall’amministrazione comunale c’erano imprenditori seri, ma probabilmente mettere insieme 10, 15 o 20 aziende insieme non è stato il modo migliore per affrontare la crisi del Catania”.
Infine, in merito alle notizie dei dieci licenziamenti tra i dipendenti del Catania, rivolgo massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori: faremo di tutto, anche in via parlamentare, per tutelare il loro lavoro. Ma anche per questo serve una società solida: per ridare non solo entusiasmo ai tifosi ma anche serenità ai dipendenti.
Le discariche Tiritì e Valanghe d’inverno e il commissariamento della Oikos: ne parla così Gian Antonio Stella su “Sette” – Corriere della sera del 24 luglio 2015
Gian Antonio Stella / Cavalli di razza
Quando puzzano sia le discariche sia i soldi
Storia di due centri di raccolta rifiuti, dalle parti di Catania, sfiorati dall’odore della corruzione e dal fetore di un altro scandalo parallelo.
“Pecunia non olet”, avrebbe risposto Vespasiano al figlio Tito, perplesso dalla scelta del padre di mettere una tassa sullo scarico di urine nelle latrine private. Non è così. Contrariamente alla celeberrima frase attribuita all’imperatore, ad esempio, dalle parti di Catania (come altrove) puzzano sia gli scarichi sia i denari. Lo dimostra il caso della discarica privata “Tiritì”, a poche centinaia di metri dai centri abitati di Motta S. Anastasia e di Misterbianco, e della sua gemella aperta successivamente lì accanto e battezzata (chissà come gli venne in mente quel nome) “Valanghe d’inverno”. La prima ingoiò per decenni milioni e milioni di tonnellate di immondizia di tutta la Sicilia orientale arricchendo i proprietari e appestando l’aria dei due paesi. La seconda fu autorizzata nel 2009 (la solita “emergenza” da tappare) per “abbancare” altri due milioni e mezzo di tonnellate. “No, siamo stanchi! Poi finirà con la solita proroga!”, urlarono gli abitanti. Previsione pessimista ma azzeccata. Continua a leggere »
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